Non ci sono più le invasioni di campo di una volta.
Lo riporta la gazzetta
Oggi giustamente ci indigniamo se una cicca spenta di sigaretta sfioral’arbitro, il 16 marzo 1969, dopo un tumultuoso Palermo-Napoli, Sbardella fu costretto a scappare addirittura con un elicottero, che lo venne a prendere direttamente allo stadio. Tutto dopo un rigore che aveva permesso agli ospiti di portarsi sul 2-2, prima del gol-vittoria di Micelli.
A complicare le cose si mise Altafini che dopo aver trasformato dal dischetto fece ai tifosi di casa il gesto dell’ombrello. Successe il finimondo. Per giustificarsi l’attaccante disse di non aver fatto
niente di male, con una frase entrata nella storia: «Non ho offeso nessuno, in Brasile si esulta così».
C’è stato di peggio. Il Palermo, pur giocando in Serie B, nel 1979 era riuscito a conquistarsi la finale di Coppa Italia, contro la Juventus, e la partita si giocò proprio a Napoli. Avvenne l’incredibile: il San Paolo quel 20 giugno era tutto per gli storici rivali bianconeri perché una loro vittoria – come poi avvenne – avrebbe liberato un posto Uefa per il Napoli. Il gol in
apertura di Chimenti interruppe persino il telegiornale che diede la notizia in diretta, pareggio a 6’ dalla fine di Brio e poi nei supplementari – spinta dal tifo napoletano (!) – la Juve a tre minuti
dai rigori segnò con Causio.
Oggi Palermo e Napoli sono altro, proiettate in Europa, persino alleate di mercato (vedi Cavani). Ma ricordare certi anni rusticani fa capire quanta strada abbiano fatto le due squadre.