500 partite con la stessa maglia, oltre 100 gol in Serie A: poi le accuse di truffa | Ha fatto sparire 500mila euro
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Il calciatore ha riscritto la storia di un club e una pagina importante del calcio in Italia: poi le accuse di truffa.
Una carriera di spessore e soprattutto importante quella portata avanti dall’ex giocatore che riscritto pagine importanti della propria storia e di quelle del calcio nella Penisola. Una vita intera dedicata al pallone prima di esser coinvolto in uno scandalo. Per lui accuse di truffa. Ma partiamo dalle origini. Il suo talento viene notato immediatamente e viene chiamato dal Torino.
Dopo alcune esperienze in prestito, trova spazio nel Varese e poi nella SPAL, dove inizia a dimostrare le sue qualità in maniera più concreta. Con ritmo, velocità e capacità realizzative si guadagna la fiducia degli allenatori e l’attenzione di club più ambiziosi. Con il club lombardo totalizza 55 presenze e mette a segno 9 gol oltre che tre assist. Con gli estensi in 44 presenze racimola ben 17 reti e 5 assist.
La svolta arriva con il trasferimento al Chievo Verona, squadra che diventerà la sua casa. Con la maglia gialloblù disputa oltre 500 partite ufficiali, 517 per la precisione, segnando più di 139 reti tra Serie A e Serie B. Diventa capitano, simbolo e bandiera di un club che negli anni vive momenti storici.
Il suo legame con il Chievo è talmente forte che, al momento del ritiro, viene salutato come un eroe di provincia, uno di quei calciatori che incarnano fedeltà e passione. E realmente, anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, non ha mai salutato definitivamente il mondo Chievo.
La nuova vita
Dopo l’addio al calcio giocato, decide di rimanere nel mondo dello sport assumendo incarichi dirigenziali. Parallelamente, si dedica anche ad attività imprenditoriali nella sua Valle d’Aosta. È proprio in questo contesto che si inserisce una vicenda giudiziaria complessa che oggi lo vede coinvolto.
Secondo l’accusa, tra il 2011 e il 2016 avrebbe preso parte a una presunta truffa legata a un immobile a Saint-Vincent. Gli acquirenti, originari del milanese, lamentano di aver versato oltre 415 mila euro senza ricevere le garanzie promesse. A pesare sono le fideiussioni mai attivate e la mancata comunicazione dello stato di crisi della società costruttrice.

La situazione
La Procura, secondo quanto riportato da aostanews24.it, sostiene che i compratori siano stati indotti in errore da promesse sulla solidità dell’impresa e sulle tempistiche di completamento delle opere. A complicare il quadro, l’iscrizione di ipoteche e successivi pignoramenti che avrebbero compromesso definitivamente l’affare. L’accusa è di concorso in truffa aggravata, con un presunto profitto ingiusto superiore ai 440 mila euro.
Al centro del procedimento c’è Sergio Pellissier, che con un altro dirigente della società Sercael srl. Alla fine dei conti il giudice di Aosta Maurizio D’Abrusco ha assolto Sergio Pellissier finito a processo per quella che è diventata una presunta truffa immobiliare.
