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Prezzi benzina e diesel, gli autotrasportatori si fermano: Italia paralizzata

I rialzi mettono in ginocchio tutto il comparto

I prezzi di benzina e diesel continuano a crescere, si arriva anche a 2,50 euro per litro. Una situazione insostenibile per chiunque, ancora di più per chi è costretto ad utilizzare i mezzi di trasporto per lavoro. Arriva oggi la notizia che gli autotrasportatori hanno deciso di fermarsi, un blocco dovuto proprio ai rincari del carburante. La notizia è stata data da Trasportounito che specifica come non si tratti di uno sciopero ma di un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore. In questi giorni hanno fatto scalpore le notizie sulla quantità di tasse ancora presenti sui carburanti. Soprattutto se messe a confronto con alcune zone d’Italia tax free dove non ci sono accise su benzine e diesel.

Perché si ferma l’autotrasporto

In una nota gli autotrasportatori fanno sapere: “La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – sottolinea una lettera inviata da Trasportounito alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire“.

Fermando i tir praticamente si paralizza l’Italia, dato che la maggior parte delle merci viene trasportata proprio su gomma. Il codacons fa sapere che: “Il blocco dell’autotrasporto avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e portando ad una impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una conseguenza inevitabile, considerato che l’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma, e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante“. “In tale situazione, dal Governo arriva un immobilismo vergognoso, e non si capisce cosa attenda l’esecutivo per azzerare immediatamente l’Iva su benzina e gasolio e ridurre le accise, anche in considerazione degli enormi guadagni incamerati dalle casse statali da novembre ad oggi grazie alla tassazione sui carburanti e alla crescita dei listini alla pompa” conclude Rienzi”.

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