Napoli, Piazza Mercato è la piazza del Santuario del Carmine. Un tempo era chiamata campo del Moricino e si trovava fuori dalle mura della città partenopea.
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I napoletani chiamano piazza Mercato la piazza del Santuario del Carmine. Secoli fa, questo luogo era esterno alle mura di cinta di Napoli, infatti era detto Campo del Moricino, perché frequentato da mercanti che venivano dall’Oriente e perciò mori.
Va detto che questa piazza ha vissuto tante storie tristi che molti napoletani conoscono bene. Era, infatti, il luogo nel quale si tenevano le esecuzioni e fu il re Carlo D’Angiò, nel tredicesimo secolo, il primo a usarla per questo scopo.
Volle che il suo omonimo, Corradino di Svevia, che era re degli Svevi e aveva soltanto sedici anni, fosse decapitato in piazza Mercato. Più avanti, molti altri trascorsero qui gli ultimi momenti di vita, davanti a una folla chiamata ad assistere alla loro pena capitale.
Toccò a Eleonora Pimentel Fonseca, che aveva partecipato alla rivoluzione napoletana del 1799, al pescivendolo Masaniello, che era nato in un vicoletto vicino alla piazza e che nel 1647, a soli ventisette anni, fu ammazzato in una cella del convento del Carmine e poi anche decapitato in piazza.
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NAPOLI, PIAZZA MERCATO DETTA DEL MOROCINO
Toccò anche a Luisa Sanfelice, la nobildonna coinvolta, anch’ella durante la rivoluzione del 1799, nella cosiddetta congiura dei Baccher e quindi giustiziata dai Borbone tornati sul trono. Il Tribunale del Regno di Napoli fece impiccare in piazza Mercato, nel 1806, anche il famoso bandito Fra Diavolo.
Io sarei per una pena di morte volontaria, la soluzione che secondo me scelse Socrate quando lo condannarono a bere la cicuta. Un attimo prima che gli fosse somministrata gli chiesero cosa era disposto a offrire per salvarsi la vita. Lui mise soltanto pochi spiccioli su un tavolo che aveva accanto.
Giudici e carcerieri si indignarono per quell’offerta così misera e confermarono la decisione di giustiziarlo. Quasi tutti, al posto di Socrate, avrebbero messo a disposizione tutti i propri averi, avrebbero anche fatto debiti pur di salvarsi. Lui preferì bere la cicuta. Tra il salvarsi la vita e il rispetto per le leggi di Atene, scelse le leggi.
“La piazza veniva chiamata: ‘o llargo d’ ‘e muricine, poi “campo del muricino perchè si trovava fra le vere e proprie mura della città ed un corte muraria più piccola chiamata ‘o muricino, in seguito ‘e muricine cioè mura più piccole. La versione degli schiavi mori non è sufficientemente documentata”. cit. Vincenzo Vecchia.
Fonte: Fosse ‘a Madonna! © 2012 Arnoldo Mondadori Editore Collana i libri di Luciano De Crescenzo