Ottavio Bianchi: «Napoli ha imparato a vincere. Conte sa dove si trova»
NAPOLI – Quando si parla di Napoli e di scudetto, il pensiero corre inevitabilmente a Ottavio Bianchi, l’uomo che nel 1987 portò per la prima volta il tricolore sotto il Vesuvio insieme a Diego Armando Maradona. Oggi, a 81 anni, Bianchi osserva tutto da spettatore, con lucidità e un’ironia che non lo ha mai abbandonato.
«Certo che ero felice – racconta in un’intervista rilasciata a Fabio Tarantino per il Corriere dello Sport – ma godevo dentro. Non mi sono mai strappato i capelli, anche perché non ne avevo molti…».
Il ricordo di quel primo scudetto è ancora vivido:
«Ero in albergo, non avrei visto nulla se Ferlaino e sua moglie non mi avessero obbligato a salire in auto per guardare la festa. Gliene sarò sempre grato».
Conte, l’uomo giusto al posto giusto
Sul presente, Bianchi non si sbilancia, ma sa riconoscere la maturità di una città intera:
«Non facciamo previsioni. Aspettiamo solo il traguardo, che è l’unica cosa che conta».
E a chi gli chiede come dovrebbe comportarsi un allenatore nella fase decisiva, risponde con un’immagine:
«Dovrebbe mettersi nel frigorifero insieme alla parola scudetto. Ma Conte questo lo sta già facendo. È esperto, sa dove si trova, conosce l’ambiente e gestisce bene la pressione».
Un Napoli cresciuto, consapevole, vincente
Come ribadito da Bianchi nell’intervista a Tarantino per il Corriere dello Sport, oggi Napoli è una piazza diversa:
«Il Napoli ha imparato a vincere. Sa gestire i momenti. Parlo del club, della squadra ma anche della città. Ai miei tempi era tutto diverso: bastava battere una grande e si festeggiava per un mese, poi magari si cadeva contro una piccola. Oggi invece c’è continuità».
Tre punti di vantaggio a tre giornate dalla fine?
«Il Napoli non è più in volata, è in fuga. Hanno avuto costanza, e il fatto di non aver giocato le coppe è stato un vantaggio. Ma anche le grandi rose e i cinque cambi aiutano le rotazioni».
E sull’Inter di Inzaghi…
L’ex tecnico partenopeo dice la sua anche sull’Inter:
«Quando alleni una grande squadra, non scegli le competizioni. Giochi per vincerle tutte. L’Inter fino a poco fa era in corsa su tutti i fronti. Non sottovaluterei la stagione di Inzaghi».
Campionato anomalo, ma meriti veri
«È stato un campionato strano, con una quota scudetto non altissima. Sembrava una corsa tra tante, poi si sono staccate solo in due. Ma ciò non toglie nulla al cammino del Napoli: solido, costante, da applausi».
E se c’è un protagonista da segnalare, per Bianchi è ancora il gruppo:
«Conte ha fatto rendere tutti al massimo, nonostante la perdita di Osimhen e Kvaratskhelia. Non c’è stato un singolo che ha brillato più degli altri. Tutti hanno fatto la loro parte. Questo è il calcio, è il gioco di squadra».
