Calcio Napoli

Multiproprietà Napoli o Bari, Grassani: “Oggi la decisione del tribunale”

La famiglia De Laurentiis ha presentato un ricorso

Aurelio De Laurentiis ha presentato ricorso per quanto riguarda la possibilità di essere titolare sia del Bari che del Napoli. Per la Figc la questione multiproprietà deve essere risolta entro e non oltre il 2014, ma i De Laurentiis non vogliono cedere e chiedono almeno più tempo per decidere. Ecco perché hanno presentato ricorso. L’avvocato Mattia Grassani dice che già oggi può esserci il pronunciamento del tribunale per la questione multiproprietà di De Laurentiis: “considerato che non sono stati richiesti particolari mezzi istruttori, credo che il procedimento di primo grado vedrà la sua conclusione con l’udienza odierna e sempre oggi, o domani, sarà pubblicato il dispositivo“.

Multiproprietà De Laurentiis: le parole di Grassani

L’avvocato Grassani è stato intervistato dal Corriere dello Sport e fa sapere che la famiglia De Laurentiis si vede danneggiata per gli investimenti fatti: “Credo ne abbia ben donde. Del resto, nel 2018, quanto la FIGC attribuì il titolo sportivo alla SSC Bari controllata da Filmauro, non esisteva alcuna limitazione oltre a quella del divieto di partecipare alla medesima categoria. Allo stesso modo, nei tre anni successivi, quanto la SSC Bari è stata ammessa al campionato di Serie C, sono state formulate riserve dalla FIGC che, infine, perfino il 7 maggio 2021, allorquando modificò la norma sulle multiproprietà, specificò che per le situazioni preesistenti avrebbe continuato ad applicarsi il precedente regime normativo. E dunque non ci sarebbero state limitazioni temporali. Salvo poi cambiare idea il 1 ottobre scorso“.

I De Laurentiis non vogliono cedere il Bari o il Napoli entro il 2024, ecco quanto fa sapere Grassani: “A nostro avviso i profili di illegittimità riguardano principi generali del diritto italiano, anche costituzionale, e comunitario. Tanto che nel nostro ricorso abbiamo citato anche una decisione della Commissione UE del 2002, a firma di Mario Monti, che, investita di decidere sull’unico caso di multiproprietà nel calcio sottoposto alla
valutazione degli organi comunitari (Enic Plc, all’epoca socio di Glasgow Rangers, Basilea, Vicenza, Slavia Praga, AEK Atene), affermò che il principio di integrità delle competizioni avrebbe prevalso su quello di libertà economica dei privati soltanto nel caso in cui – ritenuto dunque illegittimo – due club riconducibili al medesimo soggetto avessero partecipato alla medesima competizione“.