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L’orgoglio di essere Terroni: “Giochiamo a Cod, fieri di essere napoletani”

Call Of Duty parla napoletano, lo fa tramite la pagina I Terroni Gamers un gruppo di amici e di streamer che tutte le sere gioca al popolare videogames.

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La napoletanità si può dimostrare in tanti modi e con l’inventiva a l’allegria tipica dei popoli del Sud ci può aspettare di tutto. Con questo spirito nasce la pagina I Terroni Gamers, da un gruppo di quattro amici che ha deciso di giocare al popolare Call Of Duty – Warzone, ma parlando principalmente in napoletano. “Noi siamo orgogliosi di essere terroni, siamo fieri quando ci chiamano con questo appellativo, perché è ciò che siamo. Ancora di più siamo orgogliosi di essere napoletani“.

A dirlo è Francesco (Bevar il suo gamertag) che il principale artefice della pagina. Bevar è seguito da altri tre amici Enzuccurapac (Vincenzo) Nanniman (Giovanni) e ReNaples (Mario). Lo spirito che li accomuna è uno: “Divertirsi e far divertire”.

I Terroni Gamers: lo streaming in chiave napoletana

L’orgoglio di appartenere al Sud Italia lo si percepisce durante il game, quando la lingua utilizzata è soprattutto quella partenopea ma il filo conduttore resta la voglia di “divertirsi e far divertire” cosa che viene “apprezzata non solo dai giocatori del Sud, ma anche da moltissimi utenti del Nord” dice Francesco che da 12 anni gioca alla serie Call of Duty. I Terroni Gamers giocano praticamente tutte le sere dopo le 21 e molto spesso “coinvolgiamo, facendoli entrare in partita, anche gli utenti che ci seguono sulla pagina. Non ci interessa se non sono bravissimi, l’importante è stare in allegria e magari imparare anche qualcosa sulle modalità di gioco” dice Francesco.

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Proprio sul gioco si sofferma Bevar e soprattutto sui recenti lag e crash dopo l’ultimo aggiornamento: “Ci sono stati molti problemi con la chat vocale, ecco perché noi utilizziamo Discord“. Eppure una delle grande novità dell’ultimo aggiornamento è stata cancellata a tempo di record. Ovvero il contratto Most Wanted: “E’ stato un peccato poteva coesistere con il contratto taglia. A noi – conclude Francesco – piaceva molto Most Wanted, era un modo per mettersi in gioco in maniera diversa“.

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