Il Sarrismo ovvero il Napoli in quattro mosse: trattenere il tridente terribile rilanciare Milik, blindare la difesa. Ma prima agganciare il 2° posto.
Scrive il corriere dello sport
Il Sarrismo
NAPOLI-C’è stato un «Sacchismo», e resterà nei secoli dei secoli; ha imperversato il «Guardiolismo» che ha arricchito l’Universo con le sue fantasiose interpretazioni; ha scandito – e lo fa ancora – una moda il «Cholismo», ch’è altro e comunque non va discusso nella sua fisiognomica calcistica; però il Sarrismo sembra fondere in sé varie componenti, e questo schieramento anche sui social pare testimoniare l’affiliazione ad uno stile di vita, a correnti pensiero che si rifanno a Camus o a Che Guevara e mirano in alto, al cuore della gente.
Il Napoli in quattro mosse
1. Il Napoli che verrà è, inevitabilmente, l’erede diretto di quello che s’è preso la scena e non vuole mollarla attraverso una sua natura verticale e quell’esuberanza offensiva nata con Benitez e poi sostenuta, ribadita, dilatata con Sarri e con un tridente «leggero» che ha rappresentato la novità più fertile di questo biennio. «Ed io mi auguro che possano restare tutti e tre». E’ una speranza e sa di desiderio, per restare fedeli nel tempo ad una vocazione al calcio spettacolo che riempie gli occhi.
2. Il calcio è materia scivolosa, imprevedibile persino all’interno del bar Sport, perché le variabili sono tante e sfuggono a qualsiasi intelligenza: in meno di un anno, ne sono successe talmente tante, e tutte concentrate in area di rigore, da poterci rimettere la credibilità su competenze e conoscenze. L’infortunio del polacco ha aperto poi allo scetticismo, demolito dalla straripante versione insolita di Mertens. «Non abbiamo potuto utilizzare Milik, ma questo è un altro giocatore che nel prossimo campionato tornerà ai suoi livelli».
3. Il lavoro (e l’orgoglio) sono sintetizzati dai risultati, dalla capacità di restare aggrappati alla Roma e dunque alla zona Champions (i cui spareggi d’accesso sembrano quasi garantiti), dalla natura d’una squadra che è ad immagine e somiglianza di Sarri e che però meriterà comunque ulteriori attenzioni, una serie di ritocchi che rientreranno nella «manutenzione» ordinaria. «Dobbiamo migliorare, chiaramente, la fase difensiva, imparare a non subire le partite in certi momenti, dunque a gestirci quando siamo in difficoltà, e comunque prendere meno gol».
4. E poi c’è quella tentazione di sfuggire ad un calcio che non gli piace, ad agosto inoltrato, perché fa troppo caldo, perché la preparazione ha bisogno dei suoi tempi: sette partite ancora per provare a schiodare la Roma dal secondo posto, e ci vorrà un’altra impresa. Con De Laurentiis il rapporto adesso è molto sereno: «Il contratto c’è ma io per carattere voglio che chi lavora con me sia contento. Se lui è contento, resto. Altrimenti, mi dimetto. Ma io lo vedo sereno e molto sorridente». Domani è un nuovo giorno, che somiglia agli ultimi: si ricomincia da tre…