Gazzetta dello Sport: “Napoli nelle mani di Conte”

Conte (lapresse) - napolipiu

Conte (lapresse) - napolipiu

La vetta è ancora del Napoli, ma la sensazione, dopo il pareggio contro il Genoa, è che la salita verso lo scudetto sia appena cominciata. A due giornate dalla fine, gli azzurri conservano un punto di vantaggio sull’Inter, ma come analizza Fabio Licari su La Gazzetta dello Sport, le certezze si sono incrinate proprio nel momento in cui servirebbe solo spingere sull’acceleratore.

Il calendario sembrava favorevole, con Parma e Cagliari a chiudere il percorso, ma il 2-2 del Maradona ha rimesso tutto in discussione. Non tanto per la classifica, ancora favorevole, quanto per la tenuta mentale e fisica di una squadra orfana dei suoi uomini chiave.
Conte e l’allarme lanciato prima del Genoa

Già alla vigilia del match contro il Genoa, Antonio Conte aveva lanciato un messaggio chiaro: “Gli scudetti si vincono e si perdono all’ultima giornata”. Una frase che oggi suona quasi profetica, vista la frenata contro una squadra priva di obiettivi.

Come scrive Licari, Conte è un comunicatore strategico e difficilmente esterna qualcosa per caso. Il segnale era chiaro: la sua squadra stava rallentando, e la gestione delle ultime due sfide sarà tutta una questione di testa, più ancora che di gambe.

L’ostacolo Parma, poi il Cagliari

Il Parma sarà il primo esame. Alla squadra di Chivu basta un punto per blindare la salvezza e all’ultima affronterà l’Atalanta, che notoriamente non regala nulla. Inoltre, i ducali hanno già fatto bene con le big: pareggi con Lazio, Inter e Fiorentina, vittorie su Juventus e Bologna.

Il Napoli di qualche mese fa avrebbe risolto la pratica con lucidità. Quello visto contro il Genoa, invece, ha lasciato dubbi: si è fatto riprendere due volte da una squadra “disinteressata”, come la definisce La Gazzetta dello Sport.
Assenze pesanti: Lobotka e Buongiorno

I problemi principali sono legati all’asse centrale, scrive Licari. Lobotka, uscito domenica, e Buongiorno, ancora out, sono le due menti di centrocampo e difesa. Le loro assenze si sono fatte sentire: Olivera centrale non ha convinto, Gilmour non ha i tempi dello slovacco. La difesa a tre, scelta da Conte, sembra più una misura protettiva che una svolta tattica.

McTominay e Raspadori le certezze, ma servono di più

Nel momento della difficoltà, il Napoli si aggrappa a chi non ha mai mollato: McTominay è l’ultimo a cedere, Raspadori si conferma utile e sottovalutato, mentre Lukaku continua a fare lavoro sporco. Ma tutto il resto sembra in affanno.

Come ricorda La Gazzetta dello Sport, la forza mentale sarà determinante: chi rincorre – come l’Inter – può giocare con leggerezza, chi guida deve convivere con la pressione.

Il futuro di Conte e l’equilibrio precario

Il Napoli, oggi, cammina su un filo. La squadra è concentrata sul traguardo, ma anche il rapporto tra tecnico e società vive un momento di incertezza. Le parole di Conte (“Ci sono cose che a Napoli si possono fare, e cose che non si possono fare”) aprono scenari ambigui, alimentando dubbi anche sul futuro.

L’allenatore è a un passo dal titolo, che sarebbe il terzo personale in Serie A, con tre club diversi. Sarebbe un record. Ma come sottolinea Fabio Licari, il finale di stagione dirà tutto: apoteosi o crisi profonda, non ci sono vie di mezzo.