Gazzetta dello Sport: “La coppia è giusta”
UDINE – Antonio Conte ha forse scalfito una parte della sacralità che Udine rappresenta per i tifosi del Napoli. È qui che il 4 maggio 2023 piovve il terzo scudetto, un luogo destinato a rimanere scolpito nella memoria collettiva azzurra dopo decenni di attesa. Ma quando i titoli si moltiplicano, anche i ricordi rischiano di sovrapporsi. Il Napoli di Conte, appena due anni dopo il trionfo di Spalletti, ha aggiunto un altro tricolore e ha ridimensionato persino il valore simbolico di quella notte friulana, come racconta Pierfrancesco Archetti sulla Gazzetta dello Sport.
Udine, però, resta una tappa chiave anche nel presente recente. Esattamente un anno fa, il Napoli di Conte vinse 3-1 in rimonta, rialzandosi dopo due sconfitte consecutive contro la Lazio tra Coppa Italia e campionato, e restando in scia dell’Atalanta capolista. Fu in quel pomeriggio che qualcuno iniziò a intravedere un’altra metamorfosi: stava nascendo un nuovo Napoli, destinato a spingersi fino allo scudetto. Era la versione con Neres protagonista e senza Kvaratskhelia, allora infortunato e già vicino all’addio che si sarebbe concretizzato a gennaio con il trasferimento al PSG per 70 milioni, come ricorda Pierfrancesco Archetti sulle colonne della Gazzetta dello Sport.
Proprio Udine è diventata una sorta di punto di svolta nella carriera azzurra di David Neres. In quella partita il brasiliano mandò in tilt la difesa friulana, costrinse Runjaic a cambiare marcatura senza risultati e convinse anche i più scettici, che fino a quel momento lo consideravano poco più di un’aggiunta di lusso. Non solo assist – tre nelle prime tre presenze – ma leadership tecnica e continuità. «Ti ricordi quando Neres convinse tutti di essere all’altezza del Napoli?», la risposta per molti è una sola: Udine. Un passaggio chiave raccontato da Pierfrancesco Archetti della Gazzetta dello Sport.
Un anno dopo, gli equilibri sono cambiati ma il peso specifico di Neres è rimasto intatto. Kvaratskhelia ha conquistato la Champions con il PSG, mentre il brasiliano ha ritrovato centralità dopo un avvio di stagione in cui sembrava penalizzato dal nuovo assetto tattico e dalla convivenza McTominay-De Bruyne. Emblematica la sua frase dopo il gol decisivo alla Roma: «Io tornato? Non me ne sono mai andato». Dopo aver inciso anche contro Genoa, Fiorentina e Atalanta prima dell’infortunio, Neres è stato protagonista della rinascita post Bologna: nei tre successi consecutivi contro Atalanta, Roma e Juventus ha partecipato a quattro gol su sei, con tre reti e un assist. Accanto a lui Hojlund, con due gol e due assist, ha formato una coppia letale e complementare.
Lo stop di Lisbona ha rappresentato un passo indietro, ma in campionato il Napoli non può permettersi rallentamenti se vuole difendere la vetta prima della Supercoppa in Arabia Saudita. Con l’Udinese gli azzurri non perdono dal 2016: da allora 14 vittorie e quattro pareggi, l’ultimo l’1-1 del 9 febbraio al Maradona. Oggi resta da capire come Runjaic proverà a contenere Neres, ormai jolly totale capace di agire da punta, trequartista, falso nove o esterno. Conte, nel tempio di Udine, guarda più al prossimo scudetto che a quello del 2023. E anche i tifosi, forse, sono pronti a seguirlo, come conclude Pierfrancesco Archetti sulla Gazzetta dello Sport.
