Gazzetta dello Sport: “Bunker Napoli”

Nel ventre del Tardini, ancora con l’adrenalina in corpo dopo l’espulsione contro il Parma, Antonio Conte ha lanciato il suo grido di battaglia: «Andiamoci a prendere questo scudetto». È così che è cominciata la settimana più importante per Napoli, come racconta Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, con un allenatore stremato ma carico, consapevole di trovarsi a un passo da un’impresa storica.
Il Napoli è ancora una ruota avanti all’Inter, all’inizio dello sprint finale. E Conte, con il suo carattere, la sua leadership e la sua esperienza, è l’uomo su cui città, squadra e società hanno scelto di puntare per arrivare fino in fondo. «Dobbiamo tenere alta la concentrazione – ha ribadito ai suoi – non lasciamoci distrarre dall’entusiasmo che si respira fuori».
Napoli in apnea, ma pronta ad esplodere
In città, l’aria è densa di attesa, ma anche di scaramanzia. I gadget con il numero 4 – quello che Conte non voleva vedere – sono spariti dalle bancarelle. Napoli appare “dormiente”, come scrive ancora D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, ma è solo una calma apparente. La piazza è pronta a esplodere.
Conte, nel frattempo, si è chiuso nel suo bunker di Castel Volturno, dedicandosi a ciò che ama di più: il lavoro. È lì che costruisce, dettaglio dopo dettaglio, la preparazione mentale e tecnica all’appuntamento decisivo. Un sogno che può diventare realtà, per lui e per molti dei suoi ragazzi: per alcuni sarebbe il primo titolo, per altri una conferma. Per il Napoli, sarebbe qualcosa di più: due scudetti in tre anni, un risultato che nemmeno l’epoca di Maradona è riuscita a raggiungere.
Le frasi guida, la pressione e la promessa
«Amma faticà», aveva detto all’inizio della sua avventura. Oggi Conte chiede di «portare a termine il lavoro», di mettere «la ciliegina sulla torta», di ultimare «il prodigio». Sa bene che la pressione può schiacciare, ma anche alimentare: «Dobbiamo trasformarla in energia positiva», ha ripetuto spesso in queste settimane.
Stanco, lo ammette. Ma non si tira indietro. «Vincere a Napoli è diverso», ha detto. Perché la gente chiede tutto, e lo fa con il cuore in mano. Per questo si rifugia nel silenzio del ritiro, nella concentrazione assoluta. Anche senza essere in panchina, domani Conte sarà con i suoi. «Urlerò ai ragazzi prima del match: andiamoci a prendere questo scudetto», ha promesso.
Tutto in 90 minuti
È una storia da vivere fino all’ultimo secondo. Dopo un anno fatto di lavoro, sudore e sacrificio, il Napoli si gioca tutto in 90 minuti. Senza il suo allenatore in panchina, ma con la sua voce ancora nelle orecchie. La strada è tracciata. Ora, davvero, tocca al Napoli fare la storia.