Calcio Napoli

Ferrara: “Scudetto, tutto aperto ma senza la Juve. Insigne sacrificato per il bilancio. Ho conosciuto solo un fenomeno”

L'ex difensore parla attraverso le colonne de il Corriere dello Sport

La corsa scudetto in Italia si fa sempre più avvincente, ci sono tre squadre a giocarsi, il titolo secondo Ciro Ferrara Milan, Inter e Napoli sono in corsa. Non c’è la Juventus perché i bianconeri dovrebbero “fare un miracolo” dato che il ritardo accumulato “quando le altre inanellavano vittorie” è troppo grande. La Juventus dovrebbe compiere una rimonta su “Napoli, Inter e Milan. Una può scivolare; ci sta pure che se ne blocchi un’altra, ma una forma di auto-distruzione di massa mi sembra fuori logica“.
Secondo Ferrara è tutto incerto ed aperto: “Non sta scritto da nessuna parte che l’Inter vincerà il recupero di Bologna: certo, è favorito sulla carta, ma lo era anche il Milan con lo Spezia o il Napoli con l’Empoli. Simone Inzaghi stava vincendo il derby a un quarto d’ora dalla fine e invece l’ha incredibilmente perso ep oi si è ritrovato infilato in una serie negativa. Di cosa stiamo parlando“.

Corsa scudetto Serie A: le parole di Ciro Ferrara

L’ex difensore del Napoli che ha giocato e vinto con Diego Armando Maradona, fa il punto sulla Serie A. Ferrara dice che Pioli, Inzaghi e Spalletti meriterebbero lo scudetto: “Inzaghi e Spalletti sono al loro primo anno nelle rispettive società, però Pioli sta lavorando benissimo. Spero che, quando finirà, non si parli, per chi finirà secondo o terzo, di fallimento, anche se so come vanno  le cose“.
Ma secondo Ferrara nella corsa allo scudetto in Serie A non c’è un uomo capace da solo di spostare gli equilibri: “Io ne ho conosciuto uno solo e potete immaginarvi a chi mi riferisca (Maradona ndr). Poi fenomeni che possano incidere in maniera netta non se ne vedono. Ci sono calciatori bravissimi, e tanti, ma la chimica della squadra avrà il sopravvento“.
Ferrara parla anche degli addii a parametro zero di Kessié, Insigne e Dybala: “Le società hanno preso coscienza delle difficoltà oggettive e il talento può essere sacrificato dinnanzi a costi che possono diventare insopportabili. C’è stato chi in passato si è spinto oltre la soglia delle proprie possibilità o chi invece è rimasto oculato, ora tutti, realisticamente, hanno compreso, evidentemente, ch’è impossibile spremere i bilanci e lascia che anche giocatori di spessore vadano  via a parametro zero. È il segno dei tempi“.