Calcio Napoli

Esposito critica Insigne: “Ha preferito i dollari canadesi al Napoli”

Il conduttore Paolo Esposito ha commentato le recenti dichiarazioni di Lorenzo Insigne a Sky Sport, non tralasciando qualche frecciata di troppo.

Nel corso di un’intervista a SKY, l’ex attaccante del Napoli, ora al Toronto, Lorenzo Insigne, ha dichiarato che, se fosse stato solo per lui, non avrebbe mai lasciato la squadra partenopea. Il giornalista Paolo Esposito ha risposto alle affermazioni dell’attaccante mettendo in luce alcuni retroscena del passato.

Esposito ha sottolineato il suo contributo nella crescita di Insigne, ricordando: “Questo giovanotto deve molto al sottoscritto se nel 2012, quando era solo un giocatore di serie B, fu convocato nel ritiro del Napoli di quella estate e da lì poi diventò Lorenzo Insigne negli anni a seguire. Il  sottoscritto lo dichiarò  anche in diretta televisiva, ospite a Tiki taka su Mediaset un paio d’anni fa. Questa verità oltre che lui, la sa soprattutto Aurelio De Laurentiis”. 

Secondo Esposito, Insigne non può affermare di non voler lasciare il Napoli, poiché avrebbe potuto accettare l’offerta di rinnovo della squadra azzurra. L’accusa principale è l’avidità economica dell’attaccante, che avrebbe preferito un contratto più remunerativo con il Toronto, in dollari canadesi, anziché restare fedele al Napoli.

“Adesso, non può venire a dichiarare, che lui non voleva lasciare il Napoli! Lui è il tipico calciatore che bacia la maglia dove gioca ma dopo un po’ indossa un’altra maglia a suon di quattrini! Se non lo voleva lasciare il Napoli, accettava l’offerta di rinnovo fattogli dal calcio Napoli e sarebbe restato in azzurro. Invece l’avidità di guadagnare molto di più coi “dollari canadesi” lo portò a Toronto e abbiamo visto poi la “fine calcistica” che sta facendo”.

Il giornalista conclude affermando che la decisione di Insigne di cercare guadagni maggiori ha portato a una “fine calcistica” del giocatore, evidenziando la tendenza di alcuni calciatori italiani a cercare contratti vantaggiosi all’estero e poi tentare un ritorno in patria con le stesse richieste economiche.

“Adesso fa come altri giocatori furbetti italiani, che prima vanno a prendersi contratti faraonici all’estero e poi dopo 2 anni vorrebbero tornare in Italia, con gli stessi contratti faraonici. Troppo comodo”.

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