Umberto Chiariello ha espresso il suo entusiasmo per la festa che ha coinvolto città di tutto il mondo in onore dello Scudetto del Napoli.
Nel corso di un editoriale trasmesso su Radio Napoli Centrale, il giornalista Umberto Chiariello si è soffermato sull’entusiasmo che ha pervaso la città di Napoli e non solo per il terzo Scudetto della storia, partendo proprio da un messaggio di un amico critico d’arte, Nicola Barbatelli, che si trova attualmente a Città del Messico.
“Mio caro Umberto buongiorno, io purtroppo mi sono “perso” la festa del Napoli visto che sono a Città del Messico. Due cose: la prima, i taxisti, i ristoratori e tantissima gente comune, qui a Città del Messico è in estasi per la vittoria del Napoli”, ricordiamo che Lozano per il Messico è un eroe, “è stato meraviglioso avvertire un affetto così profondo da chi vive dall’altra parte del pianeta”.
SCUDETTO NAPOLI: CHIARIELLO SI SCAGLIA CONTRO RAZZISTI E ODIATORI SERIALI
La festa del Napoli si è estesa a livello globale, a dispetto di razzisti e odiatori seriali, che sono invitati a rassegnarsi, questo quanto sostenuto da Chiariello.
“Il Napoli ha suscitato una festa GLO-BA-LE. Rassegnatevi razzisti, odiatori seriali, Rassegnatevi. Napoli non la si ferma perché non è un brand, ma è trascendente a tutto, esiste nel mondo, sia perché ci sono 8 milioni di napoletani nel mondo, sia perché è conosciuta e amata in tutto il mondo”.
Chiariello ha sottolineato che il Napoli non può essere fermato, poiché non è semplicemente un brand, ma rappresenta qualcosa di trascendentale ed è conosciuto e amato in tutto il mondo. La sua popolarità è dovuta non solo agli 8 milioni di napoletani sparsi nel mondo, ma anche all’entusiasmo generale nei confronti del club.
Chiariello ha poi aggiunto che la comunità napoletana è globale e non può essere fermata dalla violenza di individui provenienti da diverse città italiane. Ha condannato la violenza come manifestazione di vuoto interiore e ha sottolineato che se qualcuno vince e supera, si dovrebbe applaudire il vincitore o tacere e aspettare la prossima occasione. Proibire o impedire a qualcuno di celebrare è una sconfitta per l’umanità, poiché molti hanno dato la vita per la libertà.
“Siamo una comunità globale, non ci può fermare il violento di Avellino, di Roma, di Salerno, di Pontecagnano, di Varese: quelli sono perdenti nell’animo. La loro violenza è il frutto del loro vuoto nell’animo e nel cervello, se qualcuno vince e mi batte, io plaudo al vincitore oppure taccio e attendo la prossima volta. L’idea di poter dire a qualcuno “ti impedisco” o “ti proibisco” è una sconfitta per l’umanità, c’è gente che ha dato la vita per la libertà: capite chi avete offeso? Non i napoletani, ma la vostra storia, le vostre radici, la vostra famiglia, la vostra città, il vostro Paese, la vostra Repubblica, la dignità umana. È un reato di una gravità estrema, è come prendere il cervello e prenderlo a calci: vi rendete conto di che barbari siete? Voi non siete i nuovi barbari, siete i nuovi dissoluti dello sfacelo dell’Impero Romano, quelli da combattere e combatterò tutta la vita affinché mio figlio possa vivere in un mondo dove sia lecito essere diversi, poter festeggiare ciò che si vuole e dove ci sia rispetto per l’umanità, quella che vi è mancata in questi giorni. Non avete perso sul campo, ma avete preso un’altra sconfitta ben più grave”.
Questo messaggio deve far riflettere in merito a quanto accaduto a Napoli e ai napoletani, vittima di striscioni di odio in diverse parti d’Italia. Lo stesso Chiariello ha concluso affermando che continuerà a combattere per un mondo in cui sia lecito essere diversi, festeggiare ciò che si desidera e rispettare l’umanità.