Dal 3-5-2 al 4-2-3-1: l’evoluzione del Napoli di Conte
Antonio Conte, fin dal suo arrivo a Napoli, ha dimostrato di non essere legato a un solo modulo tattico. L’allenatore ha iniziato il suo percorso con la classica difesa a tre, una soluzione che ha caratterizzato gran parte della sua carriera. Poi, con la rosa completa e la fiducia della squadra, ha avviato una trasformazione, passando a un sistema di gioco più dinamico e adattabile: il 4-2-3-1.
La duttilità del modulo e l’esplosione di McTominay
L’attuale Napoli di Conte scende in campo con un 4-2-3-1 che è libero di adattarsi a seconda delle situazioni di gioco. I numeri contano poco quando si parla di Conte, perché ciò che importa davvero sono le interpretazioni e le variazioni sul tema. Un esempio lampante è l’utilizzo di Scott McTominay, il cui impatto è stato decisivo. Il centrocampista scozzese si muove tra le linee, alternandosi tra il ruolo di trequartista, mezz’ala e perfino seconda punta, garantendo al Napoli una varietà di opzioni tattiche che rendono il gioco imprevedibile.
Grazie alla presenza di McTominay, Conte ha potuto sperimentare moduli più flessibili, trasformando il sistema in un 5-3-2 a seconda delle necessità. E poi c’è Romelu Lukaku, il punto di riferimento offensivo del Napoli, attorno al quale ruotano giocatori come Kvaratskhelia, Politano, Neres, Ngonge e Raspadori, tutti pronti a supportare il gigante belga.
Di Lorenzo, il jolly della difesa
In difesa, Giovanni Di Lorenzo è l’uomo chiave per Conte. Il capitano è fondamentale sia come terzino in una linea a quattro, sia come “braccetto” in una difesa a tre. La sua duttilità consente al Napoli di variare la configurazione difensiva in base alla partita. Di Lorenzo non solo garantisce solidità, ma è anche in grado di proiettarsi in avanti quando necessario, aggiungendo un’arma offensiva in più al sistema di Conte. Accanto a lui, Rrahmani e Buongiorno si sono ormai guadagnati il ruolo di fedelissimi.
Cambio modulo in corsa: la chiave del successo
Una delle grandi novità del Napoli di Conte è la capacità di cambiare modulo durante la partita. Si inizia con una configurazione e si finisce con un’altra, a seconda delle necessità. Due giocatori, in particolare, sono fondamentali per questa trasformazione: Pasquale Mazzocchi e David Neres. Mazzocchi, con la sua spinta sulla fascia destra, consente alla linea difensiva di passare da quattro a cinque, aggiungendo muscoli e resistenza, soprattutto nei finali di gara. Neres, d’altro canto, è un vero tuttofare: può agire da esterno d’attacco in un tridente oppure affiancare Lukaku come seconda punta.
Questa capacità di adattamento ha portato il Napoli a essere una delle squadre più imprevedibili e offensive del campionato, con ben 11 marcatori diversi, solo dietro a Brighton e Bayern Monaco in Europa. Cambiare tanto, a volte, è davvero la scelta vincente.