Caos Mondiale 2026: FIFA SOTTO ACCUSA | Sospesi tutti i lavori

Infantino (lapresse) - napolipiu
Il Mondiale 2026 promette di essere uno dei più spettacolari di sempre, ma le polemiche non mancano.
Il conto alla rovescia per la prossima Coppa del Mondo è ufficialmente iniziato. Per la prima volta nella storia, il torneo verrà ospitato da tre nazioni: Stati Uniti, Canada e Messico, un formato inedito che porterà il calcio mondiale in alcune delle città più iconiche del continente americano. Un’edizione che si preannuncia rivoluzionaria anche sotto il profilo sportivo, con 48 squadre partecipanti e un numero record di partite.
Mentre le selezioni nazionali stanno già pianificando il percorso verso il torneo, i preparativi nei paesi ospitanti entrano nella fase cruciale. Infrastrutture, logistica e impianti sportivi sono al centro di una macchina organizzativa mastodontica. Tuttavia, dietro l’entusiasmo e le promesse di un evento senza precedenti, iniziano ad emergere anche alcune ombre.
Il progetto di organizzare una manifestazione di tale portata coinvolge migliaia di operai, tecnici e professionisti, con tempistiche serrate per garantire che tutto sia pronto in tempo. Le infrastrutture necessarie per ospitare le squadre e i tifosi, dai nuovi stadi alle strutture ricettive, richiedono un lavoro continuo e coordinato.
Le preoccupazioni, tuttavia, non riguardano solo la capacità di terminare i lavori nei tempi previsti, ma anche le condizioni di lavoro dei numerosi operai impegnati nei cantieri. Già durante il Mondiale in Qatar si sono sollevate voci critiche sulla sicurezza dei lavoratori, e ora l’attenzione si sposta sul Nord America.
L’accusa che scuote la FIFA
Negli ultimi giorni, un’accusa pesante ha investito la FIFA, mettendo in discussione la trasparenza dell’organizzazione. Secondo quanto riportato dal Guardian, l’ente che governa il calcio mondiale avrebbe bloccato un’ispezione sui cantieri di uno degli stadi del torneo.
L’impianto in questione è lo Stadio Azteca di Città del Messico, uno dei luoghi più iconici del calcio mondiale. Già teatro delle finali del 1970 e del 1986, l’Azteca è attualmente in fase di ristrutturazione per ospitare alcune delle partite del Mondiale 2026. Tuttavia, la FIFA avrebbe impedito l’accesso agli ispettori della Building and Wood Workers’ International (BWI), un sindacato internazionale con oltre 12 milioni di membri, impegnato nella tutela dei lavoratori del settore edilizio.

Promesse non mantenute?
Le parole di Ambet Yuson, segretario generale della BWI, non lasciano spazio a interpretazioni: «Non hanno imparato nulla tra Qatar e Russia. Niente più scuse, niente più ritardi». L’accusa è chiara: la FIFA avrebbe negoziato un accordo per ispezioni congiunte nei tre paesi ospitanti, salvo poi tirarsi indietro all’ultimo momento.
In risposta, l’organizzazione ha dichiarato che lo Stadio Azteca e i lavori di ristrutturazione non sono sotto la sua diretta gestione, ribadendo però il proprio impegno nel rispettare gli standard internazionali per i diritti dei lavoratori. Un’affermazione che, anziché placare le polemiche, ha solo alimentato ulteriori dubbi sulla reale trasparenza del progetto.