Il Mattino si concentra sui problemi che stanno ostacolando il centrocampista del Napoli, Zambo Anguissa, in questo inizio di stagione.
Nelle ultime partite, Anguissa non ha brillato come ci si aspetterebbe da un calciatore del suo calibro. Nel match a Braga, è stato descritto come “un’anima vagante” che sembra aver perso gran parte delle sue caratteristiche distintive. Abilità nettamente in calo, tanto da rischiare il cartellino rosso quando ha provato a difendere la palla contro il Braga. E, ciò che è più preoccupante, questo non sembra essere un problema momentaneo o dovuto a una cattiva giornata: Anguissa è chiaramente in una condizione fisica molto decadente, e c’è una spiegazione dietro tutto ciò.
“A Braga era un’anima vagante, un avatar che del vecchio Anguissa ha conservato solo le treccine. Per il resto, quasi barcolla, in piena confusione. Come quando ha provato a difendere palla e ha quasi rischiato il rosso. E non è questione della gara in Portogallo, della notte storta: è in una condizione fisica molto decadente. E una ragione c’è”.
Le prestazioni di Anguissa in calo, dov’è il cuore del problema?
Il cuore del problema risiede nella preparazione atletica dell’estate, che è stata segnata da numerosi e frequenti infortuni. Questa questione è stata sollevata già durante il ritiro estivo in Abruzzo, quando Anguissa è stato costretto a fermarsi più volte a causa di vari infortuni. La risposta della squadra medica è stata quella di modificare il suo regime di allenamento per farlo tornare in forma nei prossimi mesi. Tuttavia, il 4 agosto, durante una sessione di allenamento a Castel di Sangro, il giocatore ha subito una distrazione di primo grado al muscolo del soleo della gamba destra, un infortunio che potrebbe essere stato causato dall’eccessiva fatica. In effetti, Anguissa ha trascorso quasi due settimane a farsi curare invece di allenarsi, il che ha avuto un impatto significativo sulla sua preparazione per l’inizio della stagione. Ecco quanto scritto dall’edizione odierna de Il Mattino:
“Chiaro, il punto dolente dell’estate di Garcia è stata la preparazione atletica. La questione, sollevata già a suo tempo durante il ritiro in Abruzzo, sono stati i troppi, frequenti, stop per accidenti vari. Risposta: il cambio di lavoro per arrivare in forma tra qualche mese. Vero, ma Anguissa il 4 agosto a Castel di Sangro si è fermato con una distrazione di primo grado al muscolo del soleo della gamba destra. Una diagnosi che è più vicina a quella che dice “si è fatto male perché troppo affaticato”. Ecco, Garcia ha sempre difeso a spada tratta (al suo posto chi non lo farebbe?) il fido Paolo Rongoni, l’erede di Sinatti che ora è nello staff di Spalletti con la Nazionale. Ma questo accidente fisico di Anguissa, pur non grave nelle conseguenze, lo ha portato a fermarsi per quasi due settimane. Quelle chiave nella parte iniziale della stagione. Invece di allenarsi, ha fatto terapie”.
In sostanza, il centrocampista camerunese non ha potuto completare nemmeno la metà della preparazione precampionato a causa degli infortuni. Questo spiega molte delle sue attuali difficoltà sul campo. Nonostante ciò, è importante sottolineare che attribuire la sua mancanza di spirito e determinazione non ha senso, soprattutto considerando il legame speciale che lo unisce al suo allenatore, Garcia. Il fatto che Anguissa non sia al suo massimo è principalmente dovuto alla sua condizione fisica compromessa.
“In pratica il centrocampista del Camerun non ha svolto più della metà della preparazione precampionato. Da qui, molte delle risposte. Magari non tutte. Ma parlare di spirito che non c’è, di fame che manca, forse, non ha proprio senso. Proprio per via di quel legame che c’è tra Anguissa e Garcia. Se non gira come dovrebbe è perché non è al top della condizione. Certo magari andare alla guerra con lui, adesso, non è che sarebbe un grosso affare”.
Nonostante le sfide attuali, è evidente che Anguissa rimane un giocatore devoto a Garcia. Ad esempio, dopo il match a Braga, i due sono usciti insieme dagli spogliatoi e hanno discusso della partita di Champions League, dimostrando la loro stretta connessione professionale e personale.
“Ma è anche vero che Anguissa farebbe la guerra per Garcia. Non a caso, a Braga, è uscito con lui dallo spogliatoio dello Estadio Municipal. Perché si è soffermato per qualche istante a commentare il match di Champions (hanno anche visto insieme, nel ventre dell’impianto scavato nella roccia, i gol delle altre squadre)”