Anguissa e il caos agenti: il Napoli vince la battaglia legale, ma la vicenda non è chiusa

Il nome di Frank Anguissa è finito, suo malgrado, al centro di una intricata vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Napoli, agenti e legali, trasformandosi in una lunga disputa che si è recentemente conclusa con successo per il club di De Laurentiis. Dopo quasi due anni di procedimenti legali, il Tribunale di Ascoli Piceno ha emesso una sentenza chiara che conferma la correttezza dell’operato del Napoli, chiudendo una parte importante del contenzioso.
Il Corriere dello Sport riporta che la vicenda ruotava attorno a una commissione legata al contratto del centrocampista camerunese, che aveva aperto un contenzioso tra il club e la signora Flavia Tacconelli, madre del legale-procuratore Alessandro Pettine, indicato come referente italiano dagli agenti francesi di Anguissa. Tacconelli si dichiarava creditrice del figlio per circa 700 mila euro e aveva proposto un atto di pignoramento nei confronti del Napoli e dello stesso Anguissa per un valore superiore al milione di euro.
La vittoria del Napoli in tribunale
Il Napoli, difeso dall’avvocato Mattia Grassani, è riuscito a dimostrare l’infondatezza della richiesta. Dopo una decina di udienze, il tribunale ha riconosciuto che l’unico debito effettivamente dovuto era di 14.500 euro, somma già regolarmente pagata dal club. Il resto della richiesta è stato ritenuto privo di fondamento.
Il Corriere dello Sport sottolinea come il tribunale abbia bollato la posizione della Tacconelli come “del tutto infondata”, condannandola al pagamento di oltre 45 mila euro in favore del Napoli per le spese legali sostenute durante il procedimento. Un epilogo che segna un punto fermo a favore del club partenopeo.
“Giustizia è stata fatta”, ha dichiarato l’avvocato Grassani, commentando la sentenza. “Non si può tollerare che, nei rapporti tra società e agenti, vengano rivendicate cifre milionarie per contratti mai procacciati. Il rinnovo di Anguissa è avvenuto senza alcuna assistenza di questo avvocato-agente, eppure si è cercato di ingolfare per oltre due anni le aule del tribunale con richieste infondate”.
Una vicenda ancora aperta
Nonostante la chiusura del contenzioso civile, la storia non è ancora del tutto conclusa. Il Corriere dello Sport evidenzia come ci sia ancora un procedimento penale in corso per truffa aggravata a carico di Alessandro Pettine e della madre Flavia Tacconelli. Pettine, coinvolto in altre indagini giudiziarie, è finito agli arresti domiciliari durante lo svolgimento della causa.
La vicenda si è arricchita di ulteriori colpi di scena, tra cui la produzione di contratti che riportavano parti del testo fotomontate e poi disconosciute, complicando ulteriormente il quadro giudiziario.
“Attendiamo fiduciosi anche l’esito di questo procedimento penale”, ha concluso l’avvocato Grassani, sottolineando la determinazione del club nel difendere la propria immagine e i propri interessi.
Per il Napoli, questa vittoria rappresenta un segnale forte nella gestione dei rapporti con gli agenti, spesso terreno di contese complesse e delicate. Tuttavia, la battaglia legale potrebbe non essere ancora del tutto finita.