Calcio Napoli

Allarme Milik, spettro pubalgia per l’attaccante polacco

E’ allarme Milik in casa Napoli. L’ennesimo problema che deve affrontare Carlo Ancelotti, già alle prese con la necessità di recuperare mentalmente il gruppo azzurro. 

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L’attaccante polacco ha risposto alla chiamata della sua Nazionale, ma l’allarme Milik non è rientrato. Il giocatore non si sta allenando con la squadra per i riacutizzarsi di un problema all’inguine, ma lo spettro della pubalgia aleggi e tiene in ansia anche lo staff medico azzurro.

Le condizioni

Attualmente Arkadiusz Milik non si sta allenando, ma sta svolgendo sedute di fisioterapia in Polonia. “Non prenderà parte alle sessioni di allenamento fino viaggio in Israle, dopo le cure vedremo” ha fatto sapere Jakub kwiatkorwski, portavoce della federcalcio polacco. Così si certifica l’ allarme Milik che è causato da un riacutizzarsi di un problema inguinale ovvero una tendinite al pube, la stessa che lo aveva già colpito durante la tournée estiva del Napoli, obbligandolo a saltare la prima parte di stagione. Dopo il ciclo di cure l’attaccate era rientrato, trovando anche la forma migliore e mettendo a segno 5 gol in campionato, rappresentando una delle poche note positive per la formazione azzurra in questo periodo nero, condito da ammutinamento e sovraesposizione mediatica. Ma il nuovo infortunio all’inguine tiene in ansia Ancelotti che potrebbe perdere uno dei suoi bomber più prolifici, il calciatore polacco ha già dovuto saltare la sfida con il Genoa e la sua assenza è pesata anche in occasione di alcuni calcia piazzati dal limite che avrebbero rappresentato un’ottima chance per il polacco.

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Quando rientra Milik

Al momento l’ allarme per Milik è ancora intanto. Le sue condizioni sono tutte da valutare così come il suo rientro. Il riacutizzarsi del problema all’inguine con sospetta pubalgia è una brutta gatta da pelare, ma già nel recente passato è stato sconfitto. Per capire quando potrebbe ritornare ad allenarsi bisognerà attendere il primo ciclo di terapie che durerà una settimana, in seguito i medici potranno avere una situazione più chiara e valutare gli effettivi tempi di recupero.

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