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LA STORIA. Quando il Napoli si allenava al Centro Paradiso di soccavo

Il Centro Paradiso di Soccavo. Era il simbolo del Napoli di Maradona e anche di un calcio diverso. Non fu acquistato dal presidente Aurelio De Laurentiis, e  oggi non si sa bene a chi appartenga. C’è stato un Paradiso, tanto tempo fa; poi quel Napoli scivolò all’Inferno.

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QUANDO IL NAPOLI SI ALLENAVA AL CENTRO PARADISO DI SOCCAVO

E come poteva chiamarsi quel luogo incantato se non Centro Sportivo Paradiso? Lì dove Maradona palleggiava, lì dove nacque il Napoli dei due scudetti, lì, un colpo di tosse dallo stadio San Paolo, dove c’era il Calcio. In Paradiso il Napoli c’è stato, eccome, dagli inizi degli anni 70 in poi: quartiere Soccavo, è un’epoca che è tramontata e non torna più, è passato un trentennio, c’è stato il Napoli, dove Maradona palleggiava con una bottiglietta d’acqua minerale, dove faceva gol tirando a effetto da dietro la porta (palla oltre la traversa, rimbalzo davanti la linea di porta e come un boomerang schizzata in rete), ed anche l’Argentina ad allenarsi, alla vigilia della semi­nale di Italia ’90, contro gli azzurri.

LA STORIA. Quando il Napoli si allenava al Centro Paradiso

IL CENTRO PARADISO NON FU ACQUISTATO DAL PRESIDENTE DE LAURENTIIS

Il centro sportivo “Paradiso” di Soccavo, non fu acquistato dal presidente Aurelio De Laurentiis, e oggi non si sa bene a chi appartenga. “Dovrei chiedere ai miei avvocati”, dice Giorgio Corbelli, presidente del club azzurro fra il 2000 e il 2002. A fronte dei debiti, il Napoli smise di pagare le rate del mutuo, il centro finì alle banche, la società mise in piedi un’operazione per ricomprarlo con 2 miliardi di lire. Inserito poi nel pacchetto del passaggio da Ferlaino a Corbelli, rivalutato 8 miliardi, venne girato di nuovo a due banche e concesso in leasing alla ‘Diciassettezerosette’, una società del gruppo Corbelli. Passaggi che si sono poi accavallati con il crac.

LA STORIA. Quando il Napoli si allenava al Centro Paradiso

 

ERA IL SIMBOLO DI QUEL TEMPO

Intanto, in quel luogo l’erba è alta due metri, hanno rubato praticamente tutto e il resto cade a pezzi. Non solo, il centro è crocevia di spaccio e ricettazione, con gli abitanti del quartiere che spesso sono costretti ad allertare le forze dell’ordine. Era il simbolo di quel tempo, di un calcio anche diverso, attualmente improponibile: bambini – ma non solo – ad aspettare che passassero i loro eroi. C’è stato un Paradiso, tanto tempo fa; poi quel Napoli scivolò all’Inferno.

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