Sarri a cena da De Laurentiis. Si progetta il Napoli del futuro. Dopo 17 giorni di gelo, i due si ritrovano. Il tempo è un galantuomo, colma le distanze, trascina oltre le diversità.
scrive Antonio giordano sul Cds
Sarri a cena da De Laurentiis
La cena è servita, nel salone d’ordinanza dove Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri possono finalmente rivedersi, per parlare a modo loro, per dirsene anche quattro, per prendersela con la luna, il ponentino o gli dei misteriosi del calcio, per parlare del futuro del Napoli e per celebrare le stimmate del campioncino che è in Marko Rog e lasciarsi alle spalle gli effetti d’un 15 febbraio divenuto improvvisamente spartiacque.
Buonasera: e dev’esserla stata per davvero, perché è salutare liberare le tossine ed espellere qualsiasi retropensiero, chiacchierare (amabilmente) portandosi dentro quel filo d’allegria che lascia il blitz all’Olimpico e squarcia orizzonti che sembravano perduti: la Champions è con il Real Madrid ma anche in queste undici partite che restano da vivere tutti assieme, appassionatamente, accovacciati intorno ad un falò.
L’INVITO. Madrid è oramai una cartolina (sgualcita), lo spicchio incontrollabile d’una fusione che resta deliziosamente tempestosa tra due uomini che non hanno preclusioni a dirsele, che sanno come stuzzicarsi evitando “tatticismi”: e l’invito a Sarri – per ritrovarsi a distanza di diciassette giorni in cui è calato il silenzio stampa ma non la stima per il proprio allenatore – ha la funzione di spaccare quel gelo che s’è inevitabilmente formato, come una crosta intorno ad entrambi.
RIECCOCI. Bentrovati: ovviamente, oguno con le proprie argomentazioni, il carattere eternamente esuberante, la dialettica sciolta e vigorosa e persino talvolta urticante, le ragioni da mostrare; e poi avanti verso il Real Madrid e comunque nel futuro, frantumando in un nanosecondo, secondo i principi autentici di chi avverte sentimenti, ogni eventuale pregiudizio. Qua la mano (almeno fino alla prossima…).