Repubblica: “Lo scudetto all’improvviso”

Napoli-Lecce. azzurri fuori dall'Europa dopo lo Scudetto

Uno scudetto che arriva quasi all’improvviso. Questa volta non c’entra la scaramanzia: come racconta Marco Azzi su Repubblica Napoli, pochi credevano davvero nella possibilità concreta di vedere il Napoli così vicino al trionfo, fino alla domenica bestiale che ha spinto la squadra di Antonio Conte a +3 sull’Inter, con appena quattro giornate ancora da giocare.

Persino i bookmaker, spiazzati dall’evoluzione degli eventi, sono corsi ai ripari, abbassando drasticamente le quote per il successo finale dei partenopei. In città, la febbre tricolore è esplosa: la caccia ai biglietti per la trasferta di Lecce è andata sold out in pochi minuti, con tifosi in fila all’alba per accaparrarsi uno dei pochi tagliandi disponibili.

UN FILO DI RESILIENZA CHE PORTA ALLO SPRINT FINALE

Non è la cavalcata dominante di due anni fa, quella del Napoli di Spalletti, che aveva messo le mani sullo scudetto con mesi di anticipo. Come sottolinea Azzi, stavolta è un altro tipo di storia: non una marcia trionfale, ma una battaglia di resilienza. Il Napoli di Conte si gioca il titolo allo sprint con l’Inter, con il margine minimo di vantaggio, ma con la forza di chi ha resistito nei momenti più duri.

Nel frattempo, Scott McTominay è diventato il nuovo idolo del “Maradona”: la sua doppietta contro il Torino ha fatto esplodere la gioia dei 50 mila presenti e acceso definitivamente il sogno del quarto scudetto. Dopo Osimhen e Kvaratskhelia due anni fa, ora sulle tribune campeggiano kilt, cornamuse e bandiere scozzesi, segnando anche un curioso cambiamento nella geografia del tifo.

TRA SPONTANEITÀ E SOFFERENZA: LA CITTÀ SI PREPARA

La città, racconta Marco Azzi, si prepara con discrezione. Niente bandiere ai balconi per ora, non per scaramanzia, ma per la consapevolezza che la corsa non è ancora finita e che bisognerà lottare fino all’ultimo minuto. Quattro partite separano il Napoli dalla gloria (Lecce, Genoa, Parma e Cagliari) e ogni tappa sarà vissuta come una via crucis, tra tensione e speranza.

La festa, quando arriverà, sarà più spontanea che mai. E forse, proprio per questo, ancora più travolgente. Il fuoco della passione, sotto la cenere, brucia già. Le “quattro giornate di Napoli” stanno per iniziare, e come ha scritto capitan Di Lorenzo sui social in dialetto: «A meglia parola è chella ca nun se dice».