Pupella Maggio, la Concetta di Natale in Casa Cupiello prima di morire aiutò un giovane cantante, napoletano omosessuale e ammalato di Aids
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Pupella Maggio è considerata, e giustamente, la più grande attrice napoletana del Novecento, per i suoi occhi trafiggenti più che pungenti; inoltre per aver interpretato testi di Eduardo De Filippo e di Raffaele Viviani. Prima di morire aiuto’ un giovane malato di AIDS.
PUPELLA MAGGIO
Alla storia della vita di Pupella Maggio, appartiene una vicenda, durata anni, che è la sintesi del suo bisogno di sentirsi madre . Una storia che, finora non è mai stata rivelata anche se circola con insistenza negli ambienti teatrali.
Nel 1995, quando aveva già ottantacinque anni, le capitò di ritrovare, a Roma, un giovane cantante, napoletano come lei. Pupella lo aveva conosciuto tempo prima, al festival di Todi.
Quel giovane cantante, omosessuale e ammalato di Aids, era stato abbandonato da tutti i suoi parenti. A cominciare dal padre.
PUPELLA LO FECE VENIRE A CASA SUA
«Sì, a cominciare dal padre», conferma l’anziano cantante e attore Pasquale Converso, fondatore e animatore di un “Trio Convers” che fu popolarissimo e amatissimo.
«Ex incallito borseggiatore, quell’uomo non perdonava al figlio di avergli impedito di seguirlo nelle sue tournée canore. Il figlio, mescolandosi alla folla, avrebbe potuto pressoché impunemente far razzia di portafogli.
Così il giovane cantante era rimasto solo, in una città che gli era estranea, a fronteggiare una malattia terribile.
Pupella Maggio, con la scusa che aveva bisogno di compagnia, lo fece venire a casa sua e lo curò e l’assisté fin quando fu umanamente possibile.
PUPELLA MAGGIO PRIMA DI MORIRE AIUTÒ UN GIOVANE MALATO DI AIDS
Non ha dubbi, Pasquale Converso: Pupella Maggio, la grande attrice napoletana, che pure all’età di ventidue anni aveva messo al mondo una figlia, Maria Antonietta, che pure aveva interpretato il ruolo della madre in Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo e in La madre di Bertolt Brecht.
Pupella Maggio si sentì pienamente realizzata quando prestò soccorso al giovane cantante ammalato di Aids. Chissà, forse anche perché le ricordava la commedia Persone naturali e strafottenti, di Giuseppe Patroni Griffi, in cui lei aveva sostenuto il ruolo di Violante, la donna che, simboleggiando Napoli, si prende cura di un negro, un omosessuale e un travestito.
«Sono brutta, nun so’ bella – chesta so’, ‘na cartuscella, – ‘na palomma cu una scella».
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PUPELLA MAGGIO È CONSIDERATA LA PIÙ GRANDE ATTRICE NAPOLETANA DEL NOVECENTO
Pupella Maggio è considerata, è giustamente, la più grande attrice napoletana del Novecento. Per la naturalezza della sua recitazione, che era infatti una “non recitazione”, per le particolari scansioni della sua voce, per quel suo fisico ai limiti dell’essenzialità (pesava quaranta chili), per i suoi occhi trafiggenti più che pungenti.
Inoltre per aver interpretato testi non solo di Eduardo De Filippo e di Raffaele Viviani. ma anche di Shakespeare, di Gorki, di Brecht, di Becket, di Campanile; infine per essere stata diretta da alcuni fra i maggiori registi dei suoi tempi, da Luchino Visconti a Virginio Puecher, da Vittorio De Sica a Giuseppe Patroni Griffi a Federico Fellini allo stesso Eduardo De Filippo.
Fonte:Vittorio Paliotti Napoletani si nasceva