Calcio Napoli

Osimhen sei grande. Il nigeriano al Tg1: “Ho sofferto e non dimentico” – VIDEO

La storia di Victor Osimhen che cerca e trova Mary Daniel, la donna con una gamba sola, commuove il web. Il nigeriano parla al Tg1

Osimhen al Tg1 parla delle proprie origini quelle che non potrà mai dimenticare, durante il servizio l’attaccante nigeriano ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a cercare Mary Daniel, la donna con una gamba sola che vende acqua per sopravvivere. Osimhen ha avuto un passato simile a quello della ragazza e lo dice durante il servizio: “Con i miei fratelli vendevo acqua nel traffico di Lagos per sopravvivere“. A quel tempo l’attaccante del Napoli aveva 6 anni appena, la madre era morta, il padre era disoccupato. Per cercare di aiutare economicamente la famiglia il nigeriano faceva di tutto, anche trafugare nella più grande discarica in cerca di qualcosa da poter rivendere. Certe cose Osimhen non le ha dimenticate, nemmeno quando è arrivata la fama ed una situazione economica migliore.

Al Tg1 Osimhen ha raccontato: “Ho avuto un’infanzia dura, ho lottato per diventare quel che sono“. Ma non tutti sono stati fortunati come lui, attaccante del Napoli, oramai stabilmente in Europa. Ecco perché Osimhen ha lanciato quell’appello sui social: “Aiutatemi a trovarla“. Ieri proprio grazie alla rete Osimhen ha avuto modo di parlare con Mary Daniel ed al Corriere del Mezzogiorno ha detto: “Sono felice di aver parlato con lei. L’ho trovata e ora va tutto bene, l’aiuterò perché so come ci si sente a spaccarsi la schiena per le strade di Lagos. Ho  attraversato questa fase della vita. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato a trovarla“. Il servizio del Tg1 su Osimhen restituisce finalmente il volto umano dei calciatori come Osimhen, quelli che non dimenticano. Davvero un gran bel gol per Victor Osimhen, sicuramente il migliore che potesse mettere a segno il nigeriano. Ora l’attaccante del Napoli si è impegnato ad aiutare quella donna, ma non è l’unico che ha compiuto gesti di solidarietà. Come dimenticare le pizze consegnate da Mertens o i gesti di Kouibaly, Insigne e Ghoulam.

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