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Napoli: com’è cambiata la squadra dopo l’esonero di Ancelotti?

La stagione del Napoli è stata sicuramente ricca di alti e bassi, a causa del continuo cambiamento che c’è stato all’interno dell’organico e che ha fatto capo – sicuramente – al cambio nella guida tecnica del Napoli. Se all’inizio della stagione la formazione partenopea era guidata da Carlo Ancelotti, scelto da De Laurentiis per il suo grandissimo tenore internazionale, mentre – a seguito di risultati negativi da parte della squadra, che non riusciva a rendere secondo le aspettative – la seconda parte della stagione ha visto la guida di Gennaro Gattuso che, pur con tantissimi limiti tecnici e di organico, aveva guidato il Milan verso una stagione realizzata in modo più che discreto, e sfiorando l’accesso in Champions League. Ma qual è stato il cambiamento che ha portato il Napoli a rendere meglio con l’allenatore siciliano e quali i risultati che la formazione napoletana ha ottenuto?

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I risultati del Napoli nella stagione 2019/2020

Il rendimento del Napoli nella stagione 2019/2020 è stato di sicuro al di sotto delle aspettative della vigilia: nonostante non ci fosse stato un investimento pari a quello delle grandi formazioni al vertice, come l’Inter che ha speso moltissimo per ottenere i cartellini e gli ingaggi di Barella, Lukaku, Sensi, Godin e Sanchez, il Napoli ha realizzato – nella sessione estiva di calciomercato – l’acquisto più costoso della sua storia, quello di Lozano dal PSV per oltre 40 milioni. In aggiunta a questo colpo, la formazione partenopea ha rafforzato anche la sua retroguardia, acquistando Di Lorenzo e Manolas e formando, almeno sulla carta, una delle difese più forti del campionato.

 

Eppure, dopo un inizio di campionato esaltante il Napoli non ha brillato, dimostrando di perdere subito terreno dal vertice e, progressivamente, ambizioni per continuare a vincere e convincere come aveva fatto nella primissima parte della sua stagione. All’esordio, infatti, i partenopei avevano vinto in modo rocambolesco ma esaltante contro la Fiorentina per 4-3; contro gli acerrimi nemici della Juventus lo stesso risultato è valso la sconfitta, dopo un incredibile recupero che aveva portato il Napoli a recuperare tre gol alla Juve, prima di subire lo sfortunato autogol di Koulibaly. E ancora la vittoria con Sampdoria, Lecce e soprattutto Liverpool per 2-0, prima di subire la sconfitta interna contro il Cagliari, che ha fato il via a pareggi (Verona, Torino, Genk) poco esaltanti e a reti inviolate.

 

Dal 27 ottobre al 22 dicembre la formazione, che intanto ha anche cambiato la guida tecnica dopo la vittoria per 4-0 contro il Genk in Champions League, non ha più trovato la vittoria in campionato, pareggiando gran parte dei suoi match e perdendo contro Roma, Bologna e Parma. La nuova guida tecnica di Gattuso non ha mostrato fin da subito risultati incredibilmente soddisfacenti, dal momento che il Napoli ha dimostrato di dover carburare con i nuovi sforzi di un allenatore certamente più grintoso e, allo stesso modo, esigente. Dopo diverse sconfitte e pareggi, però, il Napoli ha mostrato un nuovo modo di rapportarsi alle competizioni nazionali e internazionali, riuscendo a battere la Lazio nei quarti di finale di Coppa Italia e a ottenere, poi, successi di grande importanza: la vittoria contro la Juventus, seguita poi da quella a San Siro contro l’Inter in Coppa Italia, sono state interrotte solo dalla sconfitta contro il Lecce, che ha poi lasciato spazio a tre vittorie consecutive contro Brescia, Cagliari e Torino, inframezzate dall’importante pareggio in Champions League contro il Barcellona, per 1-1. Al momento della sospensione del campionato per Coronavirus il Napoli è al sesto posto in classifica, a 9 lunghezze dal quarto posto, valido per la qualificazione in Champions League, e ha ancora molto da chiedere ad un campionato che potrebbe – nonostante una prima parte di stagione al di sotto di ogni aspettativa – riportare la formazione là dove merita per il suo livello.

Che cos’è cambiato nel Napoli dopo l’esonero di Ancelotti?

Molto spesso si osserva come un allenatore, da solo, non possa apportare tutti quei cambiamenti che si osservano all’interno di una formazione. Il contributo tattico o tecnico può essere certamente rilevante, oppure può essere sostituito da quella componente di grinta che serve a dare la spinta giusta ai giocatori in campo. Tuttavia, è sempre l’organico che fa la differenza e sono i giocatori, con le loro qualità, a determinare gran parte dei risultati e del rendimento. Con un organico oggettivamente superiore alla maggior parte delle squadre di Serie A, cosa ha portato il Napoli ad avere un rendimento così tanto altalenante, ricco di alti e bassi e – soprattutto – caratterizzato da una lenta e progressiva ripresa con la guida di Gennaro Gattuso?

L’allenatore ex Milan non fa certamente della tattica e della tecnica il suo punto di forza principale: il gioco dell’allenatore siciliano si basa su una compattezza dei reparti che devono essere sempre bravi ad annullare il gioco della formazione avversaria, per poi proporne un proprio gradualmente nel corso del match; tuttavia, il gioco di Gattuso non può essere sintetizzato nel semplice difesa e contropiede, che non destinerebbe i giusti meriti ad una formazione che è cambiata nel corso dei giorni. Il Napoli sa essere continuamente coeso e grintoso, pronto ad agire di squadra e senza mai eccedere agli individualismi: non peccando mai di presunzione, la formazione sa quando difendersi e quando attaccare, conosce l’avversario che ha di fronte e riconosce i suoi limiti. Il tutto, unito alla grinta dell’allenatore, crea un mix vincente alla lunga.

E non bisogna dimenticarsi di alcuni calciatori ritrovati, come Fabian Ruiz, Zielinski e soprattutto Mertens: sembravano essere persi nel modulo e nello stile di Fabio Ancelotti ma, agendo secondo le loro peculiarità tecniche e potendo dimostrare il loro talento, riescono a dare il meglio di sé. Ruiz e Mertens sono entrambi andati in gol in più occasioni, dimostrando di essere completamente ritrovati.

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Come sarà il finale di stagione del Napoli?

Un grande interrogativo riguarda il finale di stagione del Napoli, che non ha un calendario certamente semplice. Come si può notare su questo articolo che sottolinea incontri, pronostici e quote relative alla formazione partenopea, il Napoli dovrà affrontare diverse squadre che puntano al titolo o a piazzamenti importanti, come Inter, Lazio e Atalanta, oltre che formazioni che hanno bisogno di punti salvezza, come Genoa e SPAL. Nessun incontro è mai semplice, ma data la pressione che il finale di campionato suggerisce, non si può ancora dir nulla con certezza di quello che sarà il finale di stagione del Napoli.

 

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