Gazzetta dello Sport: “Napoli vive il paradosso”

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Napoli vive il paradosso. La squadra è tornata in testa alla classifica, ma lo fa con un volto nuovo, a tratti inquieto, quasi nevrotico. Antonio Conte ha trasformato la squadra, plasmandola con la sua tensione costante e il suo bisogno di controllo. «La nevrosi di Conte incontra la nevrosi di Napoli», scrive Marco Ciriello sulla Gazzetta dello Sport, cogliendo l’essenza di una città che vive di contrasti e passioni profonde, tra «patimenti e scaramanzie».

Il Napoli del post-Spalletti, con una rosa rivoluzionata e privata dei suoi simboli come Osimhen e Kvaratskhelia, è oggi un’opera incompiuta, un mosaico in cerca d’identità. Eppure, con McTominay e Lukaku a guidare l’attacco, si ritrova in vetta alla classifica a cinque giornate dal termine, affiancato dall’Inter. Un traguardo che sembrava impensabile solo pochi mesi fa. Ciriello lo chiama «lo scudetto del nonostante»: nonostante gli infortuni, i moduli cambiati, gli errori e le mancanze.

La città intanto osserva e partecipa, in bilico tra scaramanzia e speranza. «Dirlo o non dirlo?», si interroga Ciriello su Gazzetta, parlando dello scudetto come di una possibilità che si teme perfino nominare. Nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, tra murales e bandiere, Napoli ha persino omaggiato Bologna e Orsolini per quel gol che ha fermato l’Inter.

Nel racconto firmato sempre da Marco Ciriello, emerge il pragmatismo contiano, la scelta del risultato sopra la bellezza: «Non importa se il gatto è bianco o nero, l’importante è che acchiappi i topi». Una filosofia da Deng Xiaoping trapiantata a Fuorigrotta, che ha contagiato una squadra abituata a palleggiare e a incantare. Ora si vince con il cuore, con la resistenza, con i nervi.

Anche l’ennesimo infortunio di Neres, che starà fuori fino a fine stagione salvo miracoli, pesa come un monito. Ma il Napoli c’è, spinto da un pubblico tornato a sognare. Dodici sold-out al Maradona raccontano di una città che ha scelto di crederci, con Conte a guidare una rivoluzione silenziosa.

«Più Conte si lamenta, più nasconde le défaillance della sua squadra», osserva ancora Ciriello con lucidità. E forse, è proprio in quel lamento, in quel continuo reclamare di più, che si cela la vera chiave per capire un Napoli che non ha mai smesso di soffrire, ma adesso ha imparato a vincere.