Gazzetta dello Sport: “Napoli, tornano i nostri”

Gazzetta dello Sport: “Napoli, tornano i nostri”

UDINE – Il momento non è dei più semplici e le sconfitte contro Benfica e Udinese non aiutano a ritrovare serenità. Ma in fondo al tunnel dell’emergenza il Napoli intravede una luce. Stanislav Lobotka è tornato. Pochi minuti a Udine, ma sufficienti per capire che lo slovacco è pronto a riprendersi il ruolo di faro del gioco azzurro in vista della Supercoppa. Come sottolinea Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, non si tratta di un rientro banale.

Per caratteristiche tecniche e fisiche, nella rosa del Napoli non esiste un giocatore in grado di sostituire davvero Lobotka o di mascherarne l’assenza. Nemmeno Billy Gilmour, fermo ai box, acquistato proprio per offrire un’alternativa credibile allo slovacco. Quando ha ereditato le chiavi del gioco, però, il vuoto lasciato da Lobotka è stato evidente. Non a caso, le migliori prestazioni di Gilmour in maglia azzurra sono arrivate accanto a Lobotka, nella scorsa primavera, quando Conte puntò sul doppio play nella volata scudetto, come ricorda ancora Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport.

Lobotka migliora tutti. È il giocatore con la personalità e il carisma evocati da Conte dopo il ko di Udine: il punto di riferimento quando la squadra è in difficoltà, l’uomo a cui affidare il pallone per ritrovare ordine e coraggio. Un vero e proprio “lobocentrismo” che può anche far pensare a cambiamenti tattici, almeno in teoria.

In pratica, però, Conte è orientato a proseguire con il 3-4-2-1 che aveva restituito solidità e risultati dopo il blackout di Bologna. Difesa più protetta, due trequarti alle spalle del centravanti e Lobotka al centro di tutto. Nelle tre vittorie contro Atalanta, Qarabag e Roma, infatti, era sempre lo slovacco a dettare tempi e geometrie, leader sia nella costruzione sia nella riaggressione e nella pressione alta, come analizza Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport.

Lobotka è illuminante perché vede corridoi invisibili ad altri e spezza la pressione avversaria, aprendo il campo alle ripartenze. Un aspetto fondamentale per un Napoli che, senza De Bruyne e Anguissa, ha bisogno di spazio per esaltare Neres, Lang e Hojlund. Contro il Milan in Supercoppa si ripartirà da lui, anche per liberare gli strappi di McTominay.

Esiste poi un piano B. A gara in corso Conte potrebbe tornare al passato, inserendo Elmas o Vergara da mezzali e allargando gli esterni offensivi. Ma il 4-3-3, senza Anguissa, resta un’opzione d’emergenza. Per rivedere il miglior Napoli servirà anche il pieno recupero di Spinazzola, apparso a Udine lontano dai livelli di inizio stagione. Conte, però, può contare anche su Gutierrez, altro rientro importante, spesso sottovalutato ma apprezzato dal tecnico per spinta e qualità nell’ultimo passaggio.

Il paradosso azzurro è evidente: poche soluzioni in mezzo al campo, abbondanza sulla corsia sinistra. Olivera, Gutierrez e Spinazzola possono alternarsi o convivere, offrendo soluzioni diverse. «Con Lobotka e Gutierrez aggiungiamo due giocatori nuovi rispetto a quelli che non abbiamo», ha detto Conte, provando a guardare il bicchiere mezzo pieno. E pensando anche a Lukaku pronto per Riad, un sorriso può tornare. L’emergenza resta, ma ora si affronta con più certezze. Perché con Lobotka al centro del villaggio, Napoli si sente più sicura, come conclude Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport.