L’esame farsa di Luis Suarez viene evidenziato anche dalle banali domande che vengono poste al calciatore presso l’Univeristà a Perugia.
Dodici minuti in tutto per rispondere a domande veramente banali, si stringe il cerchio intorno a Luis Suarez il cui esame farsa ha fatto scattare le indagini della procura di Perugia. I magistrati diretti da Raffaele Cantone hanno indagato alcune persone responsabili dell’Universià per Stranieri di Perugia. Inoltre oggi vengono ascoltati anche i legali della Juventus come testimoni. Il club bianconero, difeso a spada tratta da Cruciani, non è indagato. In ogni caso lo studio legale che da sempre segue la Juventus ha organizzato nei dettagli la preparazione dell’esame. Test svolto tra mille anomalie, ad esempio non si capisce come mai sia stata indetta una sessione solo per Suarez.
Suarez: l’elenco delle domande all’esame di italiano
Luis Suarez, passato ufficialmente all’Atletico Madrid, ha avuto il terreno spianato per conseguire il livello B1, fondamentale per avere la cittadinanza italiana. In quei giorni il calciatore era vicinissimo alla Juventus. I bianconeri, però, avevano tutti gli slot da extracomunitari occupati, per questo prendere la cittadinanza sarebbe stato utile al calciatore. Anche per questo la Figc ha voluto acquisire i faldoni delle indagini, per capire se ci sono responsabilità anche sportive.
Secondo la Procura di Perugia l’esame di Suarez è stato pilotato e anche le domande del test non erano proprio impossibile. Alcune di queste vengono riportate dal Corriere della Sera:
Si parte con la prima domanda: “Come ti chiami”. Domanda veramente impossibile da rispondere per qualsiasi esaminando. Poi al calciatore sono state mostrate delle foto di un cocomero e di un supermercato. Le stesse che, secondo l’accusa, l’attaccante aveva ricevuto attraverso la piattaforma teams. Un’altra domanda per Suarez è stata: “Una città italiana?” a cui il calciatore ha risposto: “Torino”. Il tutto avvenuto in dodici, lunghissimi, minuti.