Corriere dello Sport: “Un Conte, mille Napoli”

conte (ilbianconero.com) - napolipiu

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L’idea iniziale è stata superata da un’altra intuizione, e forse non sarà l’ultima. Antonio Conte, come sottolinea Fabio Tarantino sulle colonne del Corriere dello Sport, non blinda alcun modulo e non si pone limiti nel modellare il Napoli. La squadra vive dell’adattamento continuo alle caratteristiche dei giocatori, agli imprevisti e persino agli avversari.

Da quando è arrivato a Castel Volturno, Conte ha preso per mano il Napoli conducendolo al trionfo in campionato, scegliendo strade diverse e poi cambiandole ancora. L’arrivo di De Bruyne, in particolare, ha inaugurato il nuovo corso dei Fab Four: quattro centrocampisti con ampiezza garantita soprattutto da destra con Politano e con un assetto equilibrato e dominatore del pallone.

L’alternativa e il 4-3-3

Come spiega Tarantino sul Corriere dello Sport, i Fab Four sono uno slogan che sul campo diventano un 4-1-4-1 con Lobotka basso e McTominay finto esterno. De Bruyne svaria senza limiti, agendo da regista aggiunto in costruzione e da seconda punta in pressione accanto a Hojlund. È l’interpretazione, più che il modulo, a fare la differenza. Per questo l’alternativa resta il 4-3-3, richiamato anche da Conte dopo lo Sporting e spesso utilizzato in Champions: in questo schema Neres si aggiunge al reparto offensivo, con Lang o Elmas pronti a completare le soluzioni sulla corsia mancina.

L’inizio e le trasformazioni

Il primo abito di Conte è stato il 3-4-2-1 con Mazzocchi tra i quattro e Politano e Kvara larghi. Poi, con l’arrivo di McTominay, il tecnico ha sacrificato la difesa a tre, passando a un 4-2-4 divenuto in seguito 4-3-3. Funzionava, finché gli addii e gli infortuni – in particolare quello di Kvara, ceduto al Psg – hanno imposto nuovi cambiamenti.

Verso il titolo

Neres ha sostituito inizialmente l’esterno georgiano, poi anche Spinazzola è stato adattato alto a sinistra. Nel pieno dell’emergenza, Conte è tornato al 3-5-2 contro la Lazio, rilanciando Raspadori accanto a Lukaku. Ancora una volta, il Napoli ha cambiato pelle per poi ritrovare certezze. Il 4-3-3 è diventato infine il modulo del trionfo, con la vittoria sul Cagliari e un Raspadori capace di adattarsi anche da esterno.

Alla fine, come osserva Fabio Tarantino sul Corriere dello Sport, non contavano i numeri ma l’approccio, i codici assimilati dai giocatori e la guida costante di Conte.