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Arbitri e VAR, caos sullo ‘step on foot’: rigori a corrente alternata

Situazioni simili, giudizi diversi: il campionato di Serie A è pieno di episodi controversi

La Commissione Arbitri Nazionale (CAN) continua a creare più dubbi che certezze con le sue decisioni spesso incomprensibili per tifosi e addetti ai lavori. Il caos sull’interpretazione dei cosiddetti “step on foot” – i pestoni – ne è l’ennesima conferma. Quello che in teoria dovrebbe essere semplice – un contatto in area equivale a un fallo, senza che la volontarietà abbia alcuna importanza – si trasforma in pratica in un esercizio di confusione, con situazioni simili giudicate in modi completamente diversi.

Il problema degli episodi ‘fotocopia’

In Serie A si stanno vedendo troppi rigori: ben 32 in 70 partite, eppure, di questi, molti sono arrivati tra polemiche. La percezione che all’estero ci siano meno rigori concessi (28 in 90 partite in Liga, solo 12 in Premier League) sembra influenzare le scelte dei nostri arbitri. Ma a pagarne le conseguenze sono le squadre, che faticano a capire quale sia il metro di giudizio adottato. Un esempio recente è stato il pestone di Kyriakopoulos su Baldanzi nella partita Monza-Roma, ignorato dall’arbitro. Chissà se è stato il pensiero di non voler “esagerare” con i rigori ad aver influenzato la decisione.

Gli episodi più controversi

  • Lecce-Atalanta (19 agosto 2024): Coulibaly pesta Retegui, e il VAR Paterna richiama Massa per un rigore. Anche se la dinamica è sembrata un semplice scontro di gioco, senza intenzionalità, la decisione è stata di concedere il penalty. Un intervento al limite, ma giudicato in maniera severa.
  • Fiorentina-Lazio (22 settembre 2024): A fine partita, Nuno Tavares colpisce Dodò mentre il pallone è già lontano. Marcenaro viene richiamato al monitor e decreta il rigore, nonostante il contatto non potesse più generare pericoli. Ancora una volta, la volontarietà non conta.
  • Como-Verona (29 settembre 2024): Sergi Roberto tocca appena Lazovic, ma Marini manda al VAR Giua per una revisione. Il rigore sembra eccessivo, ma la decisione resta. Un altro esempio di una chiamata poco chiara.
  • Napoli-Monza (29 settembre 2024): Nella stessa giornata di Como-Verona, un episodio molto simile vede protagonista Bianco del Monza, che tocca Di Lorenzo sotto il malleolo. Stavolta il rigore non viene assegnato, suscitando dubbi e lasciando tutti a chiedersi quale sia la linea seguita.
  • Monza-Roma (6 ottobre 2024): Il caso Baldanzi, che ha generato polemiche furiose, vede Kyriakopoulos ignorato dopo un contatto con Baldanzi. Il vicedesignatore Gervasoni ha spiegato a “Open VAR” che il contatto è stato considerato uno scontro di gioco, ma la spiegazione appare più una difesa di categoria che una vera analisi del fallo.

Troppa incertezza, troppe interpretazioni

Le parole di Gervasoni, che afferma che “non vogliamo che dei microtocchi siano puniti con il rigore”, non fanno altro che aumentare la confusione. Anche il colloquio tra La Penna e Aureliano lascia perplessi: “Gli dà un piccolo pestone, ma non fa alcuna azione fallosa”. Una linea guida che sembra cambiare di partita in partita, rendendo sempre più difficile per giocatori, allenatori e tifosi capire cosa aspettarsi dalle decisioni arbitrali.

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