La lenta rivincita di Rafa l’aristocratico
Rafael Benitez è uno che pensa lento. Slow thinking, direbber a Liverpool Incompatibile rispetto al tirare al campare, uno che ha un progetto sempre, anche se sta sull’orlo di un contratto. Uno che è riuscito a interpretare al meglio il peggio di Napoli, e a sopportare con una pazienza da Dalai Lama le critiche.
Uno che potrebbe stare senza problemi nel calcio di ieri con Scopigno, che sedendosi di fianco chiede: “Dispiace se fumo?”
Inizia cosi’ un bellissimo articolo dedicato a Rafa Benitez sulle pagine de il Mattino, a firma di Marco Ciriello.
Continua Ciriello: Osvaldo Bagnoli, un altro che pensava lento, che dice: «el tersin fassa el tersin e il median fassa el median». Ogni tanto li inverte, ma ci può stare, come ha invertito il ruolo di allenatore, cambiandolo rispetto alle abitudini napoletane. E, ora, perBenitez è arrivato ilmomentodella rivincita, su tutto.
L’ha avuta sui tifosi che ragionano per singole partite, sui commentatori che sembrano tifosi, sui calciatori scelti e quelli da educare.
Ora che il suo nome scintilla in faccia ai maligni e ai superbi, sembra tutto facile,ma quando si dovrà periodizzare questa stagione si scoprirà che proprio mentre la squadra scopriva la suaforza, intorno, la piazza, dava il peggio, dimostrando di non saper aspettare: concentrando allo stadio tutta l’inquietudine delle attese che subisce fuori quasi senza fiatare. E se a Napoli, nella sua moderata follia, c’è stata una parvenza di metodo, questa parvenza è figlia di Benitez.
La rivincita c’è tutta, Benitez non conta gli errori degli altri ma continua a pedalare, con un dinamismo intellettuale che va oltre il ruolo di allenatore.
Il suo pensiero lento infastidisce molti, perché non in linea con la superficialità che corre veloce nei giudizi e nel racconto delle partite; risulta spiacevole perché basato su premesse complicate che il campionato italiano sembra non voler comprendere né acquisire; e in unarigorosa gerarchia delle conduzioni di squadre di calcio in piazze calde questa stagione è un saggio fondamentale di filosofia.
La fede nel metodo e la capacità e la fiducia nella riformabilità del Napoli vanno oltre il programma renziano di riscrittura italiana.
Benitez è un eresiarca, la cui impresa si capirà quandola città sarà costretta a misurare il suo vuoto.