Serie A

Galasso: “Zaniolo usato, scaricato e spacciato per unico colpevole”

Per Galasso Nicolò Zaniolo è stato usato, scaricato e spacciato per unico colpevole dalla dirigenza della Roma che ha tante colpe

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gaspare Galasso, imprenditore digitale ed amico di Nicolò Zaniolo.

Responsabilità della dirigenza nella gestione della vicenda Zaniolo?Non voglio alimentare polemiche, ma mettere un punto definitivo. Hanno fatto passare Zaniolo per un calciatore che non voleva indossare la maglia, non è andata così. La società gli impose di non giocare con lo Spezia, ma fu detto che si trattò una decisione del calciatore. Qualcuno nella dirigenza gli disse di farsi delle domande se ci fossero soltanto due squadre intenzionate ad acquistarlo… È stato un comportamento brutto, l’hanno usato, scaricato e spacciato per unico responsabile. La società non si è assunta la responsabilità di dichiarare la verità, cioè di non volere più Zaniolo nella squadra. C’è qualche portoghese che alla Roma detta legge. Qualcuno ha marciato sulla vicenda, approfittando del fatto che fosse un ragazzo sempre sotto i riflettori”.

Per Galasso la Roma ha gestito malissimo la vicenda Zaniolo

Le dichiarazioni di dirigenti ed allenatore dimostrano scarsa conoscenza dell’ambiente?È stato mancato di rispetto alla persone, più del calciatore, come già avvenuto con Karsdorp. I panni sporchi si lavano in famiglia, senza bisogno della gogna mediatica. Anche perché, conoscendo la piazza, gettare i giocatori in pasto ai tifosi significa gettarli in pasto all’ambiente. Se fossi stato in Mourinho, dunque, non avrei mai pensato di comportarmi in questo modo. Ricordiamoci che è uno sport, e nulla di quanto avvenuto legittima il trattamento riservato ai due ragazzi. Non si dovrebbe mai mischiare il privato con il lavoro, ci sono stati dei risentimenti che hanno influito sulla gestione delle vicende. C’è sempre un atteggiamento ambiguo sui calciatori italiani, mi spiego. Se uno straniero fa bene, il suo prezzo raddoppia, lo stesso non avviene per i giocatori italiani”.

Quale è il momento in cui si rompe il rapporto tra club e giocatore?La società non ha voluto rinnovare Nicolò, imponendogli di non giocare contro lo Spezia. Avevano già deciso di metterlo sul mercato, e per precauzione decisero di non schierarlo. Sono verità che andrebbero raccontate. In realtà, poi, andrebbe precisato che non era vero ci fossero soltanto due squadre interessate, e qui c’è la responsabilità di Pinto. Tali trattative sono gestite dal dirigente portoghese, e dunque sarà sempre lui l’artefice della risoluzione di queste operazioni”.

Futuro in nazionale non a rischio?Non ritengo la destinazione turca una decisione controproducente. Parliamo di un club titolatissimo, con oltre 40 successi in campionato”.