Kvicha Kvaratskhelia è la punta di diamante del Napoli di Luciano Spalletti, ma a 21 anni è chiaro che c’è ancora molo da imparare, soprattutto dal punto di vista tattico. Il georgiano ha giocato in Russia ed in Georgia, un calcio molto diverso. Ha dimostrato di non temere minimamente la Serie A e la Champions League, sfoderando prestazioni scintillanti che lo hanno messo spesso in copertina. Questo però non significa che non si possa migliorare. È questo, se vogliamo, il bello di Kvaratskhelia: già fortissimo, ma con ampi margini di miglioramento.
Raspadori gol da predestinato: prima Rangers, ora obiettivo Milan
Spalletti: Kvaratskhelia prenda esempio da Anguissa
Luciano Spalletti ha ripetuto più volte che il georgiano non si sta ancora esprimendo al massimo, deve capire ancora bene i meccanismi. Dunque Kvaratskhelia può essere ancora più determinante, lo sa l’allenatore del Napoli e continua a spronarlo. Come ha fatto durante Rangers-Napoli, ecco quanto scrive Corriere dello Sport: “Spalletti è stato meno contento dell’atteggiamento di Kvaratskhelia. L’uomo dei sogni, la novità incontenibile. Con la stampella che lo sorreggeva, ad Ibrox, ha più volte gesticolato per rimproverarlo durante il gioco. Questione di mentalità, non di qualità. Il ragazzo deve pensare più alla squadra che a se stesso” scrive Corriere dello Sport.
Spalletti ha fatto capire il senso delle cose dicendo poi in una intervista a fine gara: “Dovreste dirmi voi cosa è giusto che faccia. Ogni volta gli fate notare che è forte, è forte, è forte…. Prendo ad esempio Anguissa, che invece di calciare fa l’assist per Ndombele. il gol è suo, più che di Ndombele. Ma cito lo stesso Politano, che ha calciato il rigore con grande personalità e si è distinto per tre recuperi difensivi, che sono altrettanto importanti. Kvara tira sempre in porta. Bisogna scegliere cosa fare quando si arriva in area di rigore, perché un calciatore da solo non vince le partite. Se i centrocampisti non ne esaltassero le qualità, lui toccherebbe due palloni a partita“.
È chiaro che le parole di Spalletti per Kvaratskhelia non sono di rimprovero, ma uno sprone a fare meglio. Il tecnico sa bene che significa affacciarsi ad un campionato nuovo, con una nuova mentalità e ‘bacchettare’ la sua punta di diamante nel momento in cui sta giocando bene, è il modo migliore per farlo crescere senza demotivarlo. L’obiettivo è quello di farlo diventare ancora più forte, non di demoralizzarlo.