Calcio Napoli

Napoli: mezzo secolo di offese allo stadio, tutto cominciò col colera

La rivista Undici ripercorre l'inizio e l'evoluzione dell'imbecillità negli stadi di tutta Italia

Cori, striscioni e offese contro il Napoli ed i napoletani, tutto è cominiciato con il vibrione del colera nel 1973 e la nascita del tifo organizzato. Uno spaccato della deficienza e delle offese territoriali viene offerto in maniera estremamente illuminata dalla rivista Undici.
“In principio la colpa fu del vibrione. Estate 1973. Nei giorni in cui all’ospedale Cotugno di Napoli venivano ricoverate circa novecento persone, tra casi di colera reali e una certa dose di psicosi, le autorità sanitarie di Genova bloccarono il viaggio della squadra di calcio per una partita di Coppa Italia. Disposero che il Napoli non arrivasse, per il timore di un contagio. Fu disposta l’inversione del campo e per paradosso al San Paolo si giocò lo stesso, ma da quel momento in poi ogni trasferta venne accompagnata dallo stesso coro negli stadi: «Co-le-ra, co-le-ra»“.

Striscione dei tifosi dell’Inter che chiede di poter prendere in giro le tifoserie avversarie, dopo i cori contro i napoletani.

Cori contro i napoletani: offese senza senso

Da quel momento in poi l’accoglienza come colerosi è stata quasi di default in ogni stadio italiano. Solo in questa stagione si sono sentiti cori di offese ad Udine, a Roma, con la Roma e con la Lazio. Ma anche a Venezia e Torino con la Juventus. Ovviamente dentro ci sta pure lo striscione dei tifosi del Verona che chiede di bombardare Napoli, a cui è seguita la splendida risposta di Koulibaly.
La storia dell’avversione per Napoli negli stadi è vicina a compiere mezzo secolo, senza aver trovato né soluzione né cura. Sono mutate le parole, gli strumenti, i canali di diffusione. Sono soprattutto aumentati i posti nei quali si incontra. Occupare da napoletano una gradinata in un luogo diverso dal San Paolo, significa doversi disporre all’ascolto di qualche oltraggio. Farla franca è un’eccezione. Se ci porti un bambino, devi esserti preparato in anticipo al momento in cui chiederà: papà, che dicono?” scrive Undici, fotografando perfettamente la questione.

Ma nel cassetto delle stupidaggini da Torino, Verona, Bergamo, Roma, Milano, Venezia e Udine tirano fuori di tutto. Dagli inviti ad usare più sapone, al benvenuto in Italia, ai sacchetti della spazzatura tenuti in mano da Salvini, all’inneggiamento al Vesuvio che viene ululato anche dal club Juventus di Cercola, paese in provincia di Napoli.

Le offese a Napoli ed i napoletani non mancano mai in tutti gli stadi d’Italia, ma forse sarà perché qualcuno è talmente invidioso della storia e delle bellezze della città partenopea, che ha bisogno di discriminarla. Per chi non le conoscesse basterà guardare di nuovo Stanotte a Napoli di Alberto Angela, così potrà capire perché Napoli è una delle città più belle del mondo.

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