Maradona, verso la svolta: il Comune pronto ad annunciare la riapertura del terzo anello

Stadio Maradona, possibile svolta: De Laurentiis pronto all'acquisto

NAPOLI – Il prossimo 5 maggio potrebbe segnare un passaggio storico per il futuro dello stadio Maradona. Il sindaco Gaetano Manfredi, come anticipa Luigi Roano su Il Mattino, è pronto ad annunciare gli esiti dello studio tecnico condotto dal Comune sull’ipotesi di riapertura del terzo anello dell’impianto di Fuorigrotta.

Secondo quanto trapela, la relazione redatta con il supporto della Facoltà di Ingegneria della Federico II sarebbe positiva: grazie a moderne tecnologie, il terzo anello potrebbe tornare pienamente operativo senza arrecare i fastidi – come le vibrazioni avvertite nei palazzi vicini – che portarono alla sua chiusura.

Un passo verso un nuovo Maradona

La riapertura del terzo anello avrebbe un duplice vantaggio. Da un lato, permetterebbe alla SSC Napoli di continuare a disputare le gare casalinghe senza subire consistenti perdite economiche. Dall’altro, spalancherebbe le porte a una profonda ristrutturazione: addio alla divisione tra anello inferiore e superiore, in favore di una gradinata continua simile a quella dell’Olimpico di Roma. Un progetto che renderebbe lo stadio più moderno, avvicinando gli spalti al campo e migliorando la visione per il pubblico.

Resta da sciogliere il nodo della pista di atletica: De Laurentiis vorrebbe eliminarla, mentre il Comune appare disponibile a valutare alternative, senza opporsi a priori. Una trattativa che sarà centrale nella definizione dell’accordo finale.

Un progetto concreto: tappe serrate verso il futuro

L’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza ha già trasmesso a De Laurentiis l’esito dello studio tecnico, rispettando la scadenza del 30 aprile. Il momento è favorevole: la nuova legge sugli stadi offre importanti sgravi fiscali, e la possibile nomina di un commissario ad hoc da parte del ministro Andrea Abodi potrebbe accelerare ulteriormente le procedure.

L’obiettivo è chiaro: arrivare al centenario del club, nel 2026, con un progetto definitivo, e trasformare il Maradona in uno stadio a misura di UEFA entro il 2030, anche in vista dell’Euro 2032.

Un’intesa mai così vicina

Questa volta il clima tra le parti è di grande collaborazione. Come sottolineato dallo stesso Manfredi, c’è «piena sintonia con la Società e il Patron De Laurentiis».
Il modello di riferimento è quello dell’Olimpico: stessa capienza (con il terzo anello riaperto), stessa struttura con pista di atletica (ancora da definire), ma con un vantaggio logistico in più per Napoli: tre linee metropolitane operative collegano già il Maradona, un requisito cruciale per gli standard UEFA.

Il piano A e il piano B

De Laurentiis ha compreso l’impossibilità di costruire un nuovo stadio e ha accettato la necessità di ristrutturare l’impianto esistente. Il Comune, dal canto suo, non esclude un piano B: in caso di mancato accordo, potrebbe coinvolgere investitori privati, sfruttando le agevolazioni della Zona Economica Speciale (Zes) e il credito agevolato previsto dalla legge.

Ma tutto lascia pensare che, mai come questa volta, si sia davvero prossimi a una fumata bianca: per interesse reciproco, per l’amore della città, e per un Napoli che sogna in grande, in campo e fuori.