..ma guarda che pancione!
Di: Francesco Pollasto
Negli ultimi anni ’50 nasce ufficialmente la cosiddetta ( a posteriori) commedia all’italiana, fiorente nel quindicennio successivo.
Di questa serie di film, rientrante nello schema culturale descritto, il più significativo di questi sembra essere la pellicola diretta da Mario Mattoli (altro grande “vecchio” dell’epoca), dal titolo “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi”(1960).
Premiata da incassi molto alti la pellicola è una spumeggiante commedia molto divertente che permette ai due mattatori della scena, i grandi Totò e Fabrizi, di esibirsi in una serie di duetti molto divertenti, alcuni di essi rimasti nella storia del cinema, come quando si accorgono di aver ricevuto dal sarto ognuno il vestito dell’altro e sono costretti a un surreale scambio di vestiti in un taxi fuori dalla chiesa.
Una delle scene più divertenti della storia del cinema italiano. Il loro fu un sodalizio cinematografico ridotto in termini numerici (5 film insieme nella loro carriera), ma non meno spumeggiante di altri, e non meno ricco di successi.
Il primo film “Guardie e ladri”(1951) fece incetta di premi nazionali ed internazionali, ed è il loro capolavoro; poi venne “Una di quelle”(1953) con Totò e Peppino De Filippo protagonisti e Aldo Fabrizi dietro la macchina da presa, ritagliandosi solo una breve parte per sè; “I tartassati”(1959); il già citato e divertente “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi”(1960); e “Totò contro i 4″(1963).
“Guardie e ladri”(1951)
La loro fu una grande e umanissima amicizia, iniziata 40 anni prima, condividendo le scalcinate e polverose assi dei palcoscenici di provincia di mezza Italia. Interessante, per capire la loro profonda stima e amicizia, una testimonianza dello stesso Fabrizi in merito:
“Lavorare con Totò era un piacere, una gioia, un godimento perché oltre ad essere quell’attore che tutti riconosciamo era anche un compagno corretto, un amico fedele e un’anima veramente nobile… Arrivati davanti alla macchina da presa, cominciavamo l’allegro gioco della recitazione prevalentemente estemporanea che per noi era una cosa veramente dilettevole. C’era solamente un inconveniente, che diventando spettatori di noi stessi ci capitava frequentemente di non poter più andare avanti per il troppo ridere.”
Racconta Liliana De Curtis: “Fabrizi era l’unico attore che Totò frequentava nella vita privata. Ci fu un periodo che veniva quasi tutte le sere a casa nostra, quando era ancora viva la nonna che passava pomeriggi interi a preparare da mangiare per tutti.
Fabrizi era molto scherzoso e divertente e papà lo stava ad ascoltare fino a tardi e rideva come un bambino”. Era questa la rivincita umana dell’attore Fabrizi? E’ da escludere.
Fabrizi, sul set, ha sempre risposto colpo su colpo. Non aveva bisogno di altre rivincite. La sua comicità non è mai stata rassegnata, da vittima designata e docile, come quella di Peppino. Fabrizi, a modo suo, accettava la sfida e riusciva quasi sempre a rompere l’assedio di Totò per ingaggiare duelli memorabili. Insomma Fabrizi era il romano che non si arrende mai, che “nun ce vole sta”.
Epilogo: Piazza Bologna – … e poi si torna a casa
Totò:
Dunque ragioniere, io avevo
preparato degli appunti, appunto
per chiarire,
tanti punti…
Fabrizi:
Guardi, a questo proposito
anch’io ho preparato un promemoria…
Totò:
…No? Anche lei?
…un promemoria…
già ragioniere, è sinonimo
di promemoria