Pratica messa in cassaforte. Partita tosta. Lazio squadra ben organizzata, e azzurri con il morale non proprio alle stelle. La notizia del nuovo infortunio a Ghoulam ha un pò intaccato i sorrisi della Sarri band, che fa solo ‘compagnia’ all’ultimo forfait del Sabato sera, quello di Raul Albiol. Lo spagnolo lascia il posto a Tonelli. Ebbene sì, proprio lui, per indisponibilità anche di Chiriches. Insomma, un Napoli che ad un’eventuale proposta, non si farebbe il problema di una benedizione.
Pronti via. Napoli distratto e impreciso. Non è una bestemmia ammettere che gli azzurri si mostrano irriconoscibili. La Lazio ne approfitta, e va in rete con De Vrji, che tocca leggermente sotto misura un cross di Immobile. Zero a Uno. Gli azzurri non si riprendono. La reazione non c’è. Napoli assente. Ogni tanto cerca di impensierire la porte biancoceleste prima con Insigne e poi Mertens, ma con scarsi risultati. La svolta arriva al 43 esimo. Lancio di Jorginho che imbecca Callejon. Lo spagnolo, a tu per tu, mette alle spalle di Strakosha. Duplice fischio, e si va negli spogliatoi.
La ripresa entra in campo un Napoli trasformato. La novità è l’ingresso in campo di Zielinski al posto di Hamsik infortunato. Gli azzurri macinano gioco e trame ubriacanti. La Lazio colta quasi di sorpresa. Salgono in cattedra le corsie esterne dei partenopei. Hysaj e Mario Rui sono due autentiche spine nel fianco. Ma è tutto il Napoli a girare. Allan, Jorginho, e Zielinski con quest’ultimo che dà una maggiore velocità alle verticalizzazione azzurre. Uno-due strepitoso, prima ci pensa il laziale Wallace a mettere nella propria porta nel tentativo di metterla in angolo, su un cross di Callejon, e dopo due minuti e la volta di Mario Rui che dopo un’azione solitaria tira verso la porta di Strakosha. Palla in rete dopo una leggerissima deviazione di Zielinski.
Notte fonda per la Lazio. L’enorme dispendio di energie del primo tempo, vengono pagate a caro prezzo dagli uomini di Inzaghi, che in campo sono in balia degli azzurri. Ma il meglio deve ancora venire. Azione che parte nello stretto del centrocampo. Uno massimo due tocchi. Un paio di triangolazioni, e palla che giunge a Zielinski. Il polacco serve in area Mertens, che accarezza il pallone quel tanto che basta per calare il poker. Azione da manuale del calcio. Roba da capogiro. Uno spettacolo per gli occhi dei presenti. La Lazio può solo guardare e avere il privilegio di assistere gratis a quel popò di roba. Napoli ancora vicino al gol in almeno due azioni, prima con Insigne e poi con Zielinski, in entrambele situazioni Strakosha si fa trovare pronto. Triplice fischio di Banti, e tutti a casa. Lo spauracchio Lazio rappresenta già il passato. Ci riprendiamo la testa della classifica.
Azzurri che meriterebbero il tricolore di diritto. Squadra che dà delle emozioni forti. Al di là della grande mole di gioco prodotta, questioni risapute… Ma è incredibile come riesca a rispondere con le vittorie tutti gli imprevisti che incontra sulla propria strada. L’infortunio di Milik prima, quello di Ghoulam dopo. L’algerino in settimana ha concesso un triste bis. A questi si sono aggiunti Albiol e Chiriches. Senza tener conto che in campo c’erano Hysaj e Mertens non proprio nella perfetta condizione. Si è rispolverato Tonelli, ed è proprio il caso di dirlo. Il centrale ex Empoli torna a giocare a più di un anno di distanza dalla sua ultima apparizione e lo fa con una gran partita.
Questo gruppo è una famiglia, lo ha detto anche Callejon a fine gara. Parole vere e sentite dal profondo dell’animo di ogni tesserato azzurro. Questa squadra regala delle emozioni forti, un pò difficili da trovare altrove. Una bellissima favola, la speranza forte è che sia con il lieto fine. Questo tecnico, questa squadra e questa gente lo merita per tutto quello che stanno dando. La Lazio già rappresenta il passato. Adesso c’è da gustarsi una bella lasagna, poi testa alla Spal per la prossima battaglia. C’è chi già pregustava un esito diverso e un cambio della guardia lì in cima. Ma anche stasera saranno ‘limoni’. I titoloni di certa carta stampata restano, ancora una volta, parcheggiati in gola.