Serie A

D’onofrio e il narcotraffico, la procura indaga il presidente degli arbitri Trentalange

Il capo della Procura Figc ha chiuso l’indagine su Rosario d’Onofrio, ex procuratore Aia arrestato per narcotraffico coinvolto Alfredo Trentalange.

Il calcio italiano continua ad essere investito da continui scandali e indagini. C’è in corso il procedimento per la Juventus con l’operazione Prisma che si allargherà anche alla giustizia sportiva con Figc e Uefa che stanno acquisendo i documenti. Ma ancora prima c’è stato il caso di Rosaro d’Onofrio ex procuratore dell’Aia (associazione italiana arbitri) arrestato per narcotraffico. In questo contesto la Procura Figc nell’indagine ha fatto emergere anche “comportamenti disciplinari rilevati’ di Alfredo Trentalange a capo dell’Aia, che ora rischia il deferimento. Se ne discuterà in un consiglio federale convocato il 19 dicembre da Gabriele Gravina, presidente Figc.

Caso d’Onofrio: Trentalange non si dimette

La procura federale lancia alcune accuse ad Alfredo Trentalange, al presidente dell’Aia viene contestata la violazione dell’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia sportiva. Il presidente italiano degli arbitri avrebbe infranto il dovere di comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, secondo i principi di lealtà, probità e correttezza “per avere omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, volta e finalizzata ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D’Onofrio prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale Aia“.

Inoltre la procura federale imputa a Trentalange “di aver contattato telefonicamente il vicepresidente della Commissione disciplinare nazionale avv. Andrea Santoni, di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio” nonostante i riscontri di negligenza e inadeguatezza professionale di D’Onofrio da parte dell’avv. Santoni.

Aia: le accuse della procura Figc a Trentalange

Ma c’è di più tra le accuse ci sono anche quelle di aver omesso ogni iniziativa che potesse accertare e, conseguentemente intervenire, sul caso d’Onofrio. L’ex procuratore durante il suo incarico ha partecipato pochissime volte a riunioni in presenza, nonostante una mole di lavoro molto alta con 1700 fascicoli all’anno.

Infine si legge nelle motivazioni come Trentalange abbia “nel corso del Consiglio Federale del 15 novembre 2022, nel quale si discuteva il caso “D’Onofrio”, dinanzi a tutte le Componenti partecipanti, ha reso dichiarazioni non veridiche, perché smentite dalle indagini espletate da questa Procura e dai verbali di dichiarazioni univocamente rese da più appartenenti all’Ordinamento federale in ordine alla avvenuta acquisizione di un curriculum di Rosario D’Onofrio prima della sua nomina a Procuratore Aia, ai titoli di studio e professionali posseduti da quest’ultimo ed alle presunte, ma inesistenti, autocertificazioni rese dal medesimo“.

Ho preso atto con stupore e amarezza del contenuto della comunicazione inerente la chiusura dell’istruttoria della Procura Federale relativamente al caso D’Onofrio anche se è bene precisare che non si tratta di un deferimento a mio carico“, ha commentato Trentalange. “In tal senso ho chiesto di essere sentito con estrema sollecitudine dal Procuratore, Dott. Giuseppe Chinè, non solo a mia tutela ma soprattutto nell’interesse di tutta l’Associazione Italiana Arbitri. Tengo a chiarire che non ho nessuna intenzione di dimettermi“, conclude Trentalange in una nota.

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