Serie A

Diritti tv, Sky non paga, arriva il decreto ingiuntivo del tribunale. La lega prepara il canale tv

Diritti tv, Sky finisce in tribunale, la tv satellitare non paga 103 milioni. La lega calcio pensa ad un canale tv auto prodotto.

[wp_ad_camp_1]

Caos diritti tv, Sky finisce in tribunale, nella sede della tv satellitare è stata recapitata una ingiunzione del Tribunale Civile di Milano. I giudici hanno accolto il ricorso della Lega di Serie A nei confronti di Sky. La tv satellitare non  ha  saldato l’ultima rata (131 milioni di euro) per i diritti tv della stagione 2019/2020.

L’edizione odierna del Corriere della sera, ha raccontato la situazione legata ai diritti tv e lo scontro Sky – Lega di serie A:

Sky si ritrova a fare i conti con una perdita sensibile di spettatori. Nell’undicesimo turno di A gli spettatori delle sette partite furono complessivamente 6 milioni, nello scorso week-end sono stati 3 milioni e mezzo. Nell’era del pre Covid (dalla 18ª alla 24ª giornata ad esempio) su Sky l’ascolto medio cumulato di un turno di campionato fu 6 milioni e mezzo di telespettatori, scivolati a 4 milioni negli ultimi quindici giorni (ovvero dalla 27ª alla 30ª giornata). L’emorragia di due milioni e mezzo di spettatori è preoccupante“.

[wp_ad_camp_3]

SKY, INGIUNZIONE PER I DIRITTI TV

Il corriere aggiunge: “Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso della lega di serie A sui diritti tv, con l’ingiunzione a Sky di pagare 102.794.888 euro. Il decreto non ha immediata esecutività. Sky ora ha 40 giorni di tempo per presentare opposizione e successivamente potranno trascorrerne altri 90 prima che venga fissata un’udienza. In questo nuovo contesto cadono i presupposti legali per spegnere il segnale alla tv dopo il 12 luglio.
Poiché i tempi per completare l’iter giudiziario si prevedono lunghi (fra fine anno e inizio 2021), la tv di Rogoredo si augura che riprendano i colloqui per trovare un accordo con i club, così da ottenere uno sconto sul prossimo anno. Da via Rosellini non arrivano però segnali di apertura. Anzi il presidente Paolo Dal Pino è impegnato a valutare le offerte dei fondi. Qualora la Lega si trasformasse in una media company, l’ipotesi canale auto-prodotto tornerebbe d’attualità”.