Aurelio De Laurentiis prende contatti con il presidente della Figc, Gabriele Gravina per riportare la nazionale a Napoli.
De Laurentiis chiama Gravina per riportare la nazionale italiana di calcio a Napoli. Secondo quanto rivela il quotidiano il Mattino la Nazionale sta per tornare a giocare a Napoli. L’appuntamento è quello del 23 marzo quando nello stadio che porta il nome di Diego andrà in scena (salvo colpi di scena) la gara d’esordio del girone di qualificazione a Euro24, Italia-Inghilterra, la rivincita di Wembley.
Manca ancora l’ufficialità, ma è stato Aurelio De Laurentiis a prendere contatti con il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ieri a Vienna, e invitare il numero uno della Federcalcio a riportare la Nazionale a Napoli, da dove manca dal 15 ottobre del 2013. Con grande sorpresa l’apertura della Figc è stata totale dopo la proposta della società azzurra. Il Napoli ha voglia di ospitare la ripartenza dell’Italia ed è per questo che il club azzurro ha inoltrato la sua richiesta alla Federcalcio.
NAZIONALE A NAPOLI, DE LAURENTIIS CHIAMA GRAVINA
“Il Maradona è pronto. Prontissimo. Anzi, non vede l’ora” Una mossa a sorpresa, quella del presidente del calcio Napoli, che è legata al fatto che lo stadio di Fuorigrotta è ormai in grado di poter organizzare qualsiasi tipo di evento in sicurezza e con grande livello di ospitalità. D’altronde, come raccontato la scorsa settimana, il lavoro fatto da Alessandro Formisano e tutto lo staff del presidente per rendere il Maradona un impianto confortevole, ha consentito il ritorno delle famiglie sugli spalti: circa il 25 per cento delle presenze nella gara di campionato e in Europa, infatti, è composto da donne e under 18. E tutto avviene nella totale sicurezza.
Siamo, dunque, a un passo dal grande ritorno. Napoli si prepara a riabbracciare l’Italia e la Figc si prepara a fare l’annuncio: De Laurentiis spinge in questa direzione e Gravina, con cui i rapporti ora sono tornati serenissimi dopo le burrasche dei mesi passati.
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L’ULTIMA VOLTA DELLA NAZIONALE ITALIANA A NAPOLI
È dal 15 ottobre 2013 che la nostra Nazionale non mette piede a Napoli. Si giocò Italia-Armenia (2-2, girone di qualificazione ai Mondiali e il ct era Cesare Prandelli). Nel Terzo Millennio le partite degli azzurri al San Paolo, oggi Casa di Diego, sono state appena tre: nel 2002, nel 2006 (con esibizione della Coppa del mondo vinta dalla Nazionale a Berlino) e appunto nel 2013. Le condizioni precarie dello stadio inaugurato nel 1959 e non più ristrutturato dopo Italia 90 avevano ufficialmente tenuto gli azzurri lontani. Anche, a volte, in maniera ingiustificata. Ma dopo il restyling per le Universiadi quattro anni fa, grazie alle decine di milioni messi a disposizione dalla Regione Campania, c’è adesso una struttura funzionale, senz’altro in grado di accogliere la Nazionale per una partita di prestigio (d’altronde, il Napoli ospita la Champions con regolarità).
Poche settimane dopo la morte di Maradona, l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva ipotizzato l’organizzazione di un triangolare a Napoli per ricordare il Capitano con Italia, Argentina e Inghilterra, anche in segno di pace dopo la Mano de Dios ai Mondiali 86. Un annuncio e niente più. Il Comune di Napoli e il sindaco Manfredi sono, ovviamente, al fianco del Napoli e della Figc. Gravina, a luglio, è stato ricevuto a Palazzo San Giacomo: al centro dell’incontro la promozione del binomio sport e sociale e lo sviluppo del territorio. A fine mese il numero uno della Figc sarà di nuovo al Comune per tornare a parlare di questo progetto.