Ora è una colonna di Inter e Nazionale, ma il padre gli ha messo i bastoni tra le ruote | “Non voleva giocassi a calcio”

Inter Thuram (lapresse) - napolipiu
Dal rifiuto del padre al successo: un calciatore che ha dovuto superare gli ostacoli per affermarsi.
Il percorso verso il successo nel calcio è spesso pieno di ostacoli. Molti giovani calciatori, pur essendo dotati di un talento naturale, si trovano di fronte a sfide difficili, provenienti non solo dal campo, ma anche dalla loro vita personale e familiare.
Spesso, è proprio l’ambiente che dovrebbe supportarli che può diventare il primo vero ostacolo. La strada che porta al top non è mai semplice, ed è un viaggio che richiede una disciplina ferrea, un impegno costante e una grande forza interiore.
In un ambiente come quello calcistico, dove la concorrenza è spietata e ogni passo può fare la differenza tra una carriera da professionista e il ritorno alla vita normale, l’influenza della famiglia e le dinamiche familiari giocano un ruolo cruciale. Se da un lato il supporto dei genitori può rappresentare un punto di forza, dall’altro alcune volte le aspettative e le pressioni familiari possono essere difficili da gestire per i giovani atleti.
Non è raro che alcuni calciatori abbiano dovuto fare i conti con genitori che, pur essendo grandi sportivi, non hanno sempre compreso appieno la loro passione o non hanno voluto vederli intraprendere la carriera calcistica.
Il retroscena
In questo contesto di difficoltà familiari e sfide interne, emerge la storia di Marcus Thuram, oggi colonna portante dell’Inter e della Nazionale francese. Il giovane attaccante ha dovuto affrontare l’opposizione di suo padre, Lilian Thuram, uno dei più grandi difensori della storia del calcio, che inizialmente non vedeva di buon occhio la carriera calcistica del figlio.
Nel podcast Frog Talks, l’attaccante dell’Inter ha svelato che, nonostante la carriera straordinaria del padre, quest’ultimo inizialmente non era favorevole all’idea che Marcus intraprendesse la carriera calcistica. “Mio padre non mi ha mai messo pressione, ma all’inizio non voleva che giocassi a calcio. A 12-13 anni si è arreso perché ero bravo, e da lì ha iniziato ad aiutarmi. Mi dava consigli, ma è sempre stato molto severo. Non mi dice mai quando ho fatto bene, non mi riempie di complimenti. Forse è proprio questo che mi ha aiutato a crescere e imparare.”

La chiave del successo
Il racconto di Thuram dimostra come la severità e l’approccio pragmatico di suo padre, che non lo lodava mai, siano stati elementi determinanti nella sua crescita personale e professionale, trasformandolo in uno dei giovani più promettenti del calcio europeo.
La mancanza di riconoscimenti facili lo ha spinto a lavorare ancora più duramente, portandolo a diventare il calciatore che oggi tutti ammirano.