Napoli, pari che rafforza: la crisi è finita e ora si può sognare

L’Inter difende il suo scudetto nella tempesta perfetta scatenata dal Napoli, che nel finale concitato ed emozionante sfiora addirittura la vittoria. I nerazzurri tornano a Milano con la consapevolezza che la corsa al titolo non sarà affatto scontata: per rivincerlo, dovranno ancora liberarsi di un avversario spuntato all’improvviso sul loro cammino.
Come evidenziato da Antonio Corbo sulle pagine di Repubblica Napoli, un anno fa il Napoli era decimo, lacerato da errori, inerzia e anarchia, ma oggi è tornato nell’élite del calcio italiano grazie a un autentico golpe tecnico. L’arrivo di Antonio Conte ha dato la scossa che il pubblico pretendeva e che il presidente ha concesso, ritrovando una visione da imprenditore vincente.
Billing, l’uomo della svolta
La partita vive il suo momento chiave quando, tra il delirio dei 55mila del Maradona, arriva il gol del filiforme Philip Billing, danese di origini nigeriane. Un giocatore che in pochi avrebbero immaginato decisivo, ma che si è trasformato nell’ambasciatore di pace in questo febbraio nero, il mese dei quattro crolli fisici che sembravano aver spento ogni speranza.
Il pareggio, ottenuto con cuore e carattere, è un segnale chiaro: la crisi è alle spalle. L’inverno burrascoso, con le polemiche sul mercato e il mancato arrivo del costosissimo Garnacho, è stato solo un passaggio a vuoto in una stagione in cui ogni squadra attraversa momenti difficili. Un blackout simile a quello vissuto nel biennio di Spalletti, ma che non ha impedito al Napoli di chiudere terzo e poi primo.
Ora, il tunnel è alle spalle.
Il Napoli esce meglio dal big match
Questo pareggio rafforza il Napoli, perché ne certifica la crescita tattica e mentale, oltre a evidenziare la fusione tra vecchi e nuovi elementi. Billing segna, ma il gol è frutto di un’idea di squadra, del Napoli che Conte ha riorganizzato con disciplina.
L’Inter era passata in vantaggio con una traiettoria perfetta di Dimarco, una rete da campione, ma gli azzurri non hanno mai smesso di crederci. Ingegno e coraggio, come scrive Corbo, hanno permesso al Napoli di scoprire il codice per spezzare la superiorità nerazzurra.
La prestazione ha confermato un altro aspetto fondamentale: la crisi atletica di febbraio è stata superata. La squadra ha corso di più nel secondo tempo, un’inversione rispetto alle difficoltà delle scorse settimane. Il merito è di due fattori:
L’inserimento dei nuovi giocatori, che hanno alzato il livello fisico e tecnico.
La gestione magistrale di Conte, capace di collegare i reparti e di adattarsi alle situazioni.
Gilmour, la sorpresa che cambia il centrocampo
Tra le scelte vincenti di Conte c’è stata quella di schierare Billy Gilmour al posto di Anguissa. Lo scozzese ha giocato da secondo play senza intralciare Lobotka, che nel finale ha riaffermato la sua leadership fornendo l’assist per il gol del pareggio.
Non era facile tenere testa alla coppia Calhanoglu-Mkhitaryan, ma il 3-5-2 azzurro ha retto bene, soffrendo solo quando Politano ha dovuto vedersela con Dimarco, onnipresente fino all’infortunio muscolare.
L’uscita di Calhanoglu e dello stesso Dimarco ha spostato definitivamente gli equilibri, permettendo al Napoli di prendere il controllo del gioco e trovare il pareggio.
Un pari che vale più di un punto
La difesa azzurra ha concesso pochissimo, subendo solo la tecnologica traiettoria di Dimarco, che qualcuno ha osato paragonare a un celebre sinistro che ha fatto la storia del Maradona.
Il Napoli esce da questa sfida più forte, con la consapevolezza di poter dire la sua fino alla fine. Il sogno è ancora lì, alla portata di chi avrà il coraggio di inseguirlo.