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Lobotka: “Conte un maestro. Napoli è la mia seconda casa”

Il centrocampista slovacco si è raccontato ai microfoni di Radio CRC: dal lavoro tattico con il nuovo allenatore al forte legame con la città partenopea. Focus anche sul prossimo match contro la Lazio.


Stanislav Lobotka si racconta a tutto tondo. Il centrocampista del Napoli, intervenuto ai microfoni di Radio CRC durante la trasmissione ‘A Pranzo con Chiariello’, ha offerto uno spaccato interessante sul momento della squadra e sul lavoro con Antonio Conte.

Parlando del suo ruolo in campo, lo slovacco ha evidenziato l’importanza del bilanciamento tra le fasi, sottolineando come il suo compito sia quello di fare da raccordo tra difesa e attacco, cercando di supportare al meglio i compagni in entrambe le fasi di gioco.

La preparazione con Conte sta mostrando risultati tangibili, come dimostrano i dati che vedono Lobotka tra i cinque giocatori che corrono di più in Serie A. “La preparazione estiva è stata molto intensa”, ha ammesso il centrocampista, evidenziando come questo lavoro abbia portato benefici non solo sul piano fisico ma anche su quello mentale.

Sul metodo di lavoro del nuovo tecnico, Lobotka non ha dubbi: “Conte analizza ogni minimo dettaglio, sia in fase di preparazione che durante la partita. La sua attenzione alla tattica e allo studio degli avversari ci permette di affrontare ogni gara con maggiore consapevolezza”.

Interrogato sulla forza del centrocampo azzurro, con McTominay e Anguissa, il mediano ha preferito mantenere un profilo basso, sottolineando l’importanza di avere alternative valide come Gilmour, che ha ben figurato durante il suo periodo di infortunio.

Sul prossimo match contro la Lazio, lo slovacco non nasconde le difficoltà: “Sarà una sfida complessa, specialmente in trasferta. Hanno ottimi giocatori e un bel modo di giocare, ma noi vogliamo assolutamente passare il turno”.

Parlando delle squadre più temibili affrontate in questa Serie A, il centrocampista ha indicato Inter e Juventus come le più complesse da affrontare, pur riconoscendo la qualità dell’Atalanta, che non ha potuto affrontare personalmente causa infortunio.

Nel ripercorrere la sua crescita calcistica, Lobotka ha citato Ronaldinho come prima fonte di ispirazione, per poi soffermarsi sull’importanza del Barcellona di Guardiola, con Xavi e Iniesta come modelli di riferimento. Un ruolo speciale lo ha avuto anche il connazionale Hamsik, descritto come un leader silenzioso ma esemplare in campo.

La chiusura è dedicata al rapporto con Napoli, città che dopo quasi cinque anni è diventata la sua seconda casa. Lo slovacco ha espresso tutto il suo amore per l’ambiente partenopeo, sottolineando come il calore e l’accoglienza ricevuti, sia personalmente che dalla sua famiglia, abbiano creato un legame indissolubile con la città e i suoi tifosi.

“Si, vero sono a Napoli da quasi 5 anni. A esser onesti, mi inizio a sentire davvero napoletano. È la mia seconda casa. Mi sono subito sentito il benvenuto, ho un sacco di amici qui. Mi piace la mentalità, come ti accolgono le persone. Come hanno accolto la mia famiglia. Essere a Napoli è diverso dall’essere in altre città italiane, per me c’è davvero il desiderio di sentirmi napoletano e mai dimenticherò la città, i tifosi e la gente”.

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