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Lo sapevi che: In Campania esiste il dinosauro meglio conservato al mondo.

CIRO UN DINOSAURO UNICO AL MONDO

La sua esistenza è durata quanto un soffio, pochi giorni all’incirca 110 milioni di anni fa.

Pesava soltanto 200 grammi, eppure il suo corpicino sta restituendo ai ricercatori una quantità di informazioni superiore ad ogni aspettativa. Ciro, un cucciolo di Scipionyx samniticus morto in circostanze misteriose e ritrovato negli anni ’80 a Petraroja (Benevento) è il dinosauro meglio conservato al mondo. Sepolto da una coltre di morbidi sedimenti, è andato incontro a un processo di mineralizzazione molto rapido che ne ha conservati pressoché intatti i tessuti molli.

«Ciro è l’unico dinosauro al mondo ritrovato con gli organi interni. Il suo ultimo pasto fu a base di pesce».

Il primo dinosauro italiano, completo di organi interni e fibre muscolari perfettamente visibili. Il suo nome tecnico è Scipionyx samniticus, ma stampa e scienziati l’hanno già ribattezzato “Ciro”. «Sono soltanto tre i resti scheletrici di dinosauri ritrovati in Italia e il primo è stato proprio Scipionyx, che è anche il più completo .

Il secondo è fatto di un gruppo di esemplari antenati dei dinosauri a becco d’anatra e dunque si tratta di erbivori, trovati a Trieste.

Il terzo esemplare, che non è stato ancora studiato, viene da una cava al confine italo-svizzero in provincia di Varese ed è soprannominato Saltriosauro. Sono una ventina di ossa di un grande carnivoro predatore dell’inizio del Giurassico, importante per studiare le origini e l’evoluzione dei dinosauri carnivori».

 Ciro, e’ il dinosauro meglio conservato del mondo.

 L’area, che, come ricorda il nome scientifico di “Ciro”, fa parte del Sannio, è nota da tempo per la sua ricchezza di resti fossili di pesci. Nessuno, tuttavia, si aspettava di scoprirvi le tracce dei giganteschi sauri che dominarono la Terra fino a 65 milioni di anni fa. La loro presenza in suolo italiano è invece adesso definitivamente confermata..

Unico dinosauro al mondo fossilizzato con gli organi interni, e dunque primo al mondo a poter essere sottoposto a una vera e propria autopsia, Scipionyx samniticus divenne una star della paleontologia conquistando la copertina di Nature nel 1998, con un articolo firmato dai paleontologi Cristiano Dal Sasso e Marco Signore. Ma era solo l’inizio. Il battesimo scientifico di Ciro “come lo chiamarono i giornalisti italiani ” mirava in primis a riconoscere i caratteri peculiari dello scheletro e dunque a confermare l’idea che il primo dinosauro trovato in territorio italiano fosse anche una specie nuova per la scienza. Le ricerche sono continuate con metodi di studio sempre più moderni e oggi, dopo anni di Tac, fotografie in luce ultravioletta, esplorazioni al microscopio elettronico su microcampioni infinitamente piccoli, Dal Sasso e Simone Maganuco hanno fatto così tante nuove scoperte da riempire un volume di 300 pagine.

Pur non essendo la prima volta che si rinvengono parti molli in dinosauri fossili, il grado di preservazione di “Ciro” è infatti eccellente, nettamente superiore a ciò di cui disponevano fino ad oggi gli scienziati.

L’eccezionalità della scoperta è accresciuta dalla giovanissima età dell’esemplare: si tratta infatti di un dinosauro di poche settimane, praticamente appena uscito dall’uovo. Fossili di animali così giovani sono piuttosto rari e da essi i paleontologi sperano di imparare di più sull’organizzazione familiare dei dinosauri e le cure che i genitori dedicavano ai piccoli.

 

Una ricostruzione di Ciro realizzata dal paleoartista veneziano Troco

Lo “Scipionyx” del Matese è vissuto durante il basso Cretaceo, circa 110 milioni di anni fa, e misura 60 centimetri dal muso alla coda. Ma se fosse cresciuto avrebbe raggiunto una dimensione ragguardevole: secondo i paleontologi, gli adulti raggiungevano i due metri di lunghezza. E’ stato trovato quasi per caso, all’interno di una lastra di roccia, dove giaceva sdraiato sul fianco sinistro, con il capo lievemente inclinato.