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La fase 2 della Serie A. Ecco come ripartirà il campionato Italiano

La fase 2 della Serie A. Calcio in stand-by almeno fino al 18 maggio. Nelle intenzioni dei presidenti c’è la ferma volontà di portare a termine il campionato italiano.

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NAPOLI. Anche la serie A entra nella fase 2. Il premier Conte ha illustrato le disposizioni del governo per la cosiddetta ‘fase 2’, quella del progressivo allentamento delle misure imposte con il lockdown.

Anche lo sport è interessato, secondo un piano che si sviluppa su piani diversi. Gli atleti di discipline individuali potranno tornare ad allenarsi a partire dal 4 maggio.

Per gli sport di squadra la ripresa dovrebbe essere fissata al 18, due settimane più tardi.

Casistica che ovviamente interessa anche la Serie A fortemente decisa a terminare il campionato. La volontà è emersa dall’Assemblea di Lega della scorsa settimana, con i presidenti dei club che hanno votato all’unanimità.

SERIE A, FASE 2

La fase 2 della serie A prevede di terminare il campionato in corso.  Sulla questione si è espresso Claudio Lotito, presidente della Lazio, in un’intervista a La Repubblica: “Si rischia di mandare gambe all’aria il sistema. Alcune società stanno preparando un documento condiviso per mettere a nudo i rischi che corrono.

La Lazio avrebbe la convenienza a non giocare, siamo già in Champions e io risparmierei quattro mensilità di stipendio. Ma io ragiono di sistema, nell’interesse di venti club”.

I DUBBI DI SPATAFORA

In realtà, la data del 18 maggio andrebbe poi ratificata in un nuovo Dpcm, permettendo di dissipare del tutto i dubbi attorno alla ripresa dell’attività agonistica.
Il ministro dello Sport Spadafora ha espresso alcune perplessità sul protocollo medico presentato dalla Federcalcio.

Secondo Spatafora:  “Il Comitato Tecnico Scientifico ha ritenuto insufficiente il protocollo presentato dalla Figc e ha richiesto approfondimenti.
Solo quando arriveranno potremo dire se riparte o no”.

Il ministro ha poi aggiunto che “per la ripresa per gli sport di squadra dovremo attendere”, e che al 18 maggio bisognerà “vedere quali saranno le condizioni in cui ci si arriverà”.

FASE 2 IN SERIE A: LE POSSIBILI DATE

Non essendoci ancora una data sicura per la ripresa degli allenamenti, stabilire quando potrà riprendere il campionato è ancora più arduo. Più facile individuare il termine ultimo entro il quale dovrà concludersi: il 2 agosto, come raccomandato dall’Uefa.

Il massimo organismo calcistico europeo ha infatti illustrato alle varie leghe nazionali un’idea di come strutturare la fase conclusiva della stagione: campionati da disputare tra giugno e luglio, coppe europee ad agosto. Con l’ambizione di chiudere la travagliata stagione 2019/20 il 29 agosto, con la finale di Champions League.

Ovviamente, con tempistiche così strette, rimangono forti dubbi sulla possibilità di disputare tutte le partite rimanenti – tanto in Serie A quanto nelle coppe europee. La Uefa avrebbe già aperto alla possibilità di far giocare i match di Champions ed Europa League in gara secca, e non in turni di andata e ritorno come da prassi.

Ad ogni modo, ai calciatori sarà richiesto uno sforzo non indifferente, giocando ogni tre (se non due) giorni, scenario che li vedrebbe maggiormente esposti a infortuni.

La Premier avrebbe già in mente di introdurre le cinque sostituzioni a partita, proprio per assicurare più turnover e consentire ai giocatori di risparmiare le energie il più possibile. Chiaramente, anche in caso di ripartenza completa gli stadi sarebbero chiusi al pubblico.

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COME RIPARTIRE

Nessuna certezza, dunque, su quello che accadrà nelle prossime settimane. Gli sport di squadra – è lapalissiano – presuppongono contatti, ed è inevitabile che si potrà riprendere a pieno regime solo quando ci sarà la garanzia di giocare in sicurezza.

Prima di allora, il calcio ripartirà gradualmente: tra le regole individuate dal protocollo medico Figc – in attesa di ridefinire alcuni aspetti, come richiesto da Spadafora – ci sono screening per tutti gli atleti, allenamenti regolamentati, ritiri con giocatori alloggiati in stanze singole, docce non condivise.

Un piano ricalcato su quanto sta già succedendo in Germania, dove le squadre delle prime due divisioni hanno ripreso gli allenamenti già dal 6 aprile. In questa prima fase, i calciatori stanno rispettando le norme di distanziamento sociale anche in campo: vietati tackle e contrasti, ci si allena in piccoli gruppetti (massimo sette giocatori), allenando soprattutto la parte atletica e quella tecnica – esercitazioni di tiro, lavoro con il pallone e così via.

Spogliatoi off-limits, doccia in cabine individuali o addirittura nelle rispettive case.