De Laurentiis “distrugge” lo Stadio Diego Maradona: l’annuncio è da pelle d’oca | Non c’era altro da dire

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De Laurentiis - fonte lapresse - napolipiu.com

Il presidente del Napoli è sempre molto diretto nelle sue dichiarazioni e non ha usato mezzi termini sullo stadio.

Lo stadio Diego Armando Maradona è il tempio del calcio napoletano e uno dei simboli sportivi più riconoscibili d’Italia. Situato nel quartiere di Fuorigrotta, fu inaugurato nel 1959 con il nome di Stadio San Paolo e ha ospitato alcune delle pagine più memorabili della storia del Napoli. Con una capienza di oltre 50.000 posti, è da sempre teatro di emozioni uniche, alimentate dalla passione travolgente dei tifosi partenopei.

Nel 2020, dopo la scomparsa del leggendario fuoriclasse argentino, il Comune di Napoli decise di intitolare lo stadio a Diego Armando Maradona, rendendo omaggio a colui che più di ogni altro ha rappresentato l’anima e l’orgoglio della città. L’impianto è diventato così non solo un luogo sportivo, ma anche un santuario laico dedicato al numero 10 che portò il Napoli ai suoi primi due scudetti.

Negli anni, lo stadio ha subito diverse ristrutturazioni, l’ultima in occasione delle Universiadi del 2019, che hanno restituito un impianto moderno, confortevole e più sicuro. La rinnovata tribuna stampa, i nuovi seggiolini azzurri e l’impianto d’illuminazione all’avanguardia hanno riportato lo stadio ai livelli delle grandi arene europee, pur conservando il suo fascino originario.

Oggi il Maradona è molto più di una casa per il Napoli: è un luogo d’identità collettiva, dove sport, fede e cultura si fondono. Ogni partita è una festa popolare, un rito che unisce generazioni diverse sotto un’unica bandiera, quella azzurra, nel segno eterno di Diego.

De Laurentiis duro sullo stadio Maradona

Aurelio De Laurentiis, intervenuto al Football Business Forum alla SDA Bocconi di Milano, ha espresso parole durissime sullo stadio Diego Armando Maradona: «È un semi-cesso. Lo dissi già quando arrivò Ancelotti». Il presidente del Napoli ha denunciato la disparità con club come il PSG, che pur pagando cifre simili per l’impianto, ne ha l’esclusiva e può ricavare fino a 100 milioni di euro l’anno. «Noi lo abbiamo solo per tre giorni – prima, durante e dopo la partita – e incassiamo molto meno», ha spiegato, criticando anche la presenza della pista d’atletica e del fossato che allontanano i tifosi dal campo.

De Laurentiis ha poi puntato il dito contro le istituzioni italiane: «Le autorità sono i più grandi nemici del calcio e non si rendono conto del potenziale di 25 milioni di tifosi». Ha ricordato gli sprechi di Italia ’90 e sottolineato i limiti economici di un impianto obsoleto: «In Champions gli altri incassano 14 milioni, io al massimo 3».

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Il sogno di un nuovo impianto moderno

Il patron azzurro ha ribadito la volontà di costruire uno stadio moderno, con parcheggi e comfort per i tifosi: «Chi dice che si viene con i mezzi dice balle, la gente vuole sicurezza».

Ha lanciato un monito all’UEFA e alla FIFA: «Se si riduce il valore dei campionati nazionali, resteranno solo Napoli, Roma, Inter, Milan e Juve. A quel punto, tanto vale fare un campionato europeo».