L’ex allenatore dei rosanero sottolinea l’importanza della concentrazione nella sfida di questa sera tra Napoli e Palermo.
Stefano Colantuono, direttore tecnico della Salernitana ed ex allenatore del Palermo, ha lanciato un avvertimento al Napoli in vista del match di stasera. Intervenuto a 1 Football Club, Colantuono ha sottolineato che, nonostante il Napoli sia tra le favorite per lo Scudetto, non deve sottovalutare i rosanero.
“Napoli? Con la Juventus sarà l’antagonista dell’Inter per lo Scudetto. Nerazzurri un passo avanti a tutte per rosa e continuità tattica, subito dopo metto Napoli e Juve. Gli azzurri hanno un top player in panchina. Se da De Laurentiis mi aspettavo una storia così importante alla guida di un club che era fallito? De Laurentiis ha preso un club che non c’era, era quasi sparito, l’ha rimesso in sesto e ha ottenuto grandi successi. I risultati parlano per lui, la gestione d ‘ADL’ è sotto gli occhi di tutti. Qualcuno in malafede può giudicarlo dal punto di vista della simpatia o antipatia, ma se parliamo di calcio non gli si può dire nulla perché è un grande professionista. Mi aspettavo che avrebbe fatto qualcosa di importante perché conoscevo già l’imprenditore. Ha fatto benissimo nonostante Napoli sia una piazza particolare, dal palato fino, la cui storia è stata scritta da Maradona, il calciatore più forte di tutti i tempi”.
Poi ancora: “La partita di questa sera? Sono partite scontate sulla carta, ma come abbassi l’asticella dell’attenzione rischi la sorpresa. Conoscendo Conte, non abbasseranno la tensione né snobberanno la partita. Faranno turnover, ma ciò non inciderà, con tutto il rispetto che ho per il Palermo. Il Napoli passerà il turno al 100% se farà il Napoli. Il Palermo, invece, si giocherà la promozione in Serie A”
“E’ il Napoli “di Conte”? Per alcuni aspetti sì, ma visto che Antonio ha iniziato a lavorare solo da luglio, diamogli ancora più tempo. Un allenatore esigente in grado di trasformare calciatori e squadra. Col giusto tempo, porterà il Napoli a competere per quel trofeo di cui, per scaramanzia, non si può parlare”.