Calcio Napoli

30 buoni motivi storici per essere tifosi del Napoli

STORIA: 30 BUONI MOTIVI PER TIFARE NAPOLI

ECCO 30 BUONI MOTIVI PER TIFARE NAPOLI, RICERCATI PER  TE NELLA LUNGA STORIA DEGLI AZZURRI, DA SALLUSTRO A MARADONA.

 

Secondogenito illustre: primo dell’anno, primo in gol in Coppa Italia

1 gennaio 1936 – Napoli-Bari 2-1

Dei due fratelli è certamente quello meno famoso, un brutto anatroccolo calcistico se si vuole. Oreste, si chiamava, e Sallustro era il cognome ingombrante. Eppure quel giorno, a capodanno 1936, toccò a lui segnare il primo gol del Napoli in Coppa Italia. Ne fece solo quattro in azzurro, ma questo è negli annali statistici per sempre.

2 Palmarès La nostra bacheca

2 scudetti; 5 Coppe Italia; 2 Supercoppa italiana; 1 Coppa Uefa; 1 Coppa delle Alpi; 1 Coppa di Lega Anglo-Italiana

3 Cent’anni 3 gennaio 1971 – Kurt Hamrin

Un trio, più da dentiera che da calcio giocato, ma che la sua figura ancora la faceva. Nel Napoli 1969-70 arrivò lo svedese Hamrin a fiancheggiare l’azione del duo Altafini-Sívori. Tre irresistibili vecchietti che insieme sommavano cento anni. Lui era pagato un tot ogni partita e in qualcuna mise pure il suo gol da “uccellino”, come veniva chiamato. Come quel 3 gennaio che aprì le marcature in un Roma-Napoli 2-2.

4 E sono 2000 4 gennaio 1976 – Juventus-Napoli 2-1

Che potesse toccare a lui segnare il gol numero 2000 della storia del Napoli è, a ben pensare, quasi naturale. Mister miliardo, Beppe-gol, al secolo Giuseppe Savoldi, infatti lo siglò. Poteva essere un gol decisivo in una sfida importante: su rigore portò il Napoli in vantaggio. Poi, però, la forza dei bianconeri prevalse con Damiani prima e Sergio Gori a una manciata di minuti dalla fine. Che peccato!

5 Schema vincente Claudio Pellegrini

Le sue stagioni migliori a Napoli coincisero con quelle di Rino Marchesi in panchina, 1980-82, e con lo schema vincente: lancio di Krol sulla fascia, sgroppata di Marangon, cross e capocciata di Pellegrini: 11 gol a stagione con annesso terzo e quarto posto.

6 Gol numero 3000 6 gennaio 2002 – Nato sotto lo Stellone

Campionato di serie B. Quell’anno doveva passare ancora in purgatorio. Roberto Stellone ha seguito, nel bene e nel male, gli azzurri. Si gioca l’ultima del girone d’andata e Magoni ha già portato in vantaggio il Napoli. A lui il compito di raddoppiare, chiudere la partita con un rotondo 2-0 in trasferta ed entrare negli annali con il gol numero 3000.

7 L’anno del Matador 6 gennaio 2013 – Napoli-Roma 4-1

Il 2012 del Napoli si era concluso nel segno del Matador, 43 reti nell’anno solare compresa quella che aveva regalato il sofferto successo a Siena nella giornata precedente. Anche il nuovo anno riparte nel segno di Edinson Cavani, che ricomincia con una tripletta – vede romane e tripletta questo Cavani – e aiuta il Napoli a vincere lo scontro diretto Champions contro la Roma.

8 Stopper boxeur Dino Panzanato

“Durante un’accesa sfida con la Juventus, Salvadore mi fece cadere a terra con un pugno, mi rialzai e gliene rifilai due. Lui prese quattro giornate, io nove”; tempi in bianco e nero. Dino “Titta” Panzanato nel Napoli ha giocato tanto, per nove stagioni e con un solo gol “di testa contro la Sampdoria su calcio d’angolo. Era la rete del definitivo 2-2 (campionato 1965-66). Eravamo in svantaggio in casa e per una volta ho avuto la possibilità di portarmi in avanti. Me la cavavo molto bene nel gioco aereo ma all’epoca gli stopper non potevano mai superare la loro metà campo, gli allenatori non volevano”.

9 Multe salate agli scansafatiche 8 gennaio 1938 – “Il Littoriale”

“Grosse multe ai napoletani per scarso impegno. La residenza del Napoli ha assegnato ai seguenti calciatori le multe per ciascuno elencate per ‘mancanza assoluta di impegno e di combattività dimostrati durante la partita Napoli-Ambrosiana’. A Sentimenti I, L. 400; a Zontini 250; a Prato 650; a Riccardi 700; a Buscaglia 1000; a Mian 700; a Gerbi 400; a Rocco 700; a Nicolosi 500.”

10 Matador ammazzajuve 9 gennaio 2011 – Napoli-Juventus 3-0

Cavani ammazzajuve: 20° del primo tempo, ennesimo cross dalla destra di Maggio, testa del Matador e gol. Sei minuti dopo, il cross è dalla sinistra, di Dossena, e Cavani tutto solo raddoppia. Il succo di questo Napoli galattico è nel terzo gol. Palla a Lavezzi, poi ad Hamšík, cross tagliato per Cavani che mette in rete in tuffo di testa. Per il resto è solo Napoli che sfiora il 4 più volte, e la Juve resta a guardare.

11 Referto negativo 10 gennaio 1955 – Partita persa a tavolino

Si protesta molto per l’arbitraggio del signor Righi di Milano. Finisce 3-2 sul campo. Molti i rigori non concessi ai partenopei che protestano di continuo. Quando poi a 3’ dalla fine il direttore di gara convalida un gol del Genoa in fuorigioco, almeno stando alle cronache del tempo, si scatena l’inferno. La gara si conclude pro forma con la vittoria del Napoli ma poi a tavolino… Napoli-Genoa 0-2.

12 L’arciere palermitano 10 gennaio 2005 – Emanuele Calaiò

L’apporto dell’attaccante palermitano per il doppio salto dalla C alla A è stato a tratti decisivo. A gennaio passa al Napoli e a suon di gol, 40 in tre stagioni e mezza, per vivere tra l’amore dei suoi tifosi e certa diffidenza del tecnico Reja che lo sostituisce spesso. Il suo gesto dopo un gol d’arciere senza macchia e senza timore sono il simbolo di un ragazzino del Sud sveglio e volitivo.

13 Il gol lampo 11 gennaio 1942 – Napoli-Fiorentina 1-0

Serie A, stagione da dimenticare per il Napoli. Al penultimo posto e retrocessione in serie B a fine campionato. Giovanni Venditto è uno scugnizzo, di San Giovanni a Teduccio, sobborgo napoletano. Nel suo Napoli giocherà dieci anni segnando 27 reti. Questa contro la Fiorentina vale una vittoria ma, soprattutto, vale il record di velocità: Venditto la realizza dopo appena 20’’, nessuno più veloce di lui con gli azzurri!

14 La vetta è nostra 11 gennaio 1987 – Napoli-Ascoli 3-0

Campionato, si celebra l’ultima d’andata. Il Napoli di Maradona ha già assaporato il gusto di essere primo in classifica. Ma la Juve sta lottando con noi. Quel giorno Maradona illumina ma non segna, a portare la vittoria sono Muro, Romano e Bagni. Un risultato che basta per essere primi e da soli in classifica. Un primato che non lasceremo più, fino alla fine.

15 Una stagione in panchina Marcello Lippi

Si è seduto per un anno, ha difeso la sua squadra, come fa lui, e con tanti giovani ha portato il Napoli 1993-94 al sesto posto, ossia a una qualificazione alla Coppa Uefa, l’ultima prima dell’èra Mazzarri. Dopo di lui, il diluvio societario che ben conosciamo.

16 Re Puma Diego Armando Maradona

“Morfologicamente sembra uno sgorbio irrecuperabile: ma non appena in lui s’accende l’uranio, quel goffo anatroccolo assurge a cigno solenne. Allora devi escluderlo dal genere umano e trovargli d’urgenza una specie differente. Sia dunque il leone andino e in definitiva Re Puma.” Gianni Brera

17 Il cuore di Napoli Gianluca Grava

Standing ovation per lui: “Gianluca Grava-Gianluca Grava”, lui, che del Napoli è l’ultimo dinosauro della serie C e che della storia recente di questa squadra ha scritto con il sudore e il sacrificio pagine vere. La reazione del suo pubblico l’ha lasciato di sasso e allora ha tolto la maglia, l’ha baciata mentre compariva sulla canotta azzurra la scritta Ti Amo. Amore ricambiato e l’ovazione del San Paolo è la risposta: per sempre azzurro. Per sempre insieme.

18 Flipper Oscar Damiani

Frizzante ala destra, un bel peperino lungo la fascia, giocò con noi in due momenti. La prima volta arrivò nel 1972 e ci restò un anno. In quel campionato segnò primo (contro la Ternana) e ultimo gol (contro la Lazio), entrambi decisivi. Poi ritornò più a lungo, nel 1979, proveniente dal Genoa. In un attacco alquanto asfittico, solo 20 gol in tutto, Damiani segna 4 reti in campionato, con una memorabile doppietta alla Roma il 7 ottobre 1979.

19 Zero gol Stelio Nardin

Roccioso e fulvo terzino sinistro e poi a destra per assortirsi con Pogliana in una coppia nel Napoli anni Sessanta. Incredibile che in oltre 200 partite giocate, 165 con gli azzurri, non segnò neppure una volta, neanche per sbaglio. Ma fa niente, è stato uno dei nostri pilastri difensivi di quegli anni quando avevamo solo l’arma del catenaccio a sostenerci.

20 Boxe nello spogliatoio 17 gennaio 1961 – Scappatella finita a pugni

Emanuele Del Vecchio, attaccante brasiliano del Napoli, due giorni prima della partita con la Juventus si concede una scappatella. Ha fatto male i calcoli: la sua piccola, rimasta con la babysitter, si fa male e la soccorrono i compagni di squadra. E si sa come vanno queste cose: qualcuno mormora, l’allenatore Amadei lo dice al presidente che così multa il giocatore. Finita lì? Neppure per sogno: alla ripresa degli allenamenti Emanuele entra nello spogliatoio e sgancia un gancio al viso al suo Mister.

21 La rimonta irresistibile 18 gennaio 1953 – Napoli-Juventus 3-2

I bianconeri li abbiamo battuti diverse volte, ma quella giornata ha un sapore speciale ancora tutto da ricordare: da 0-2 a 2-2 è già un piacere, vincere a 30’’ dalla fine, poi, una goduria. Amadei segnò e Gino Palumbo chiosò: “Il punto esclamativo alla più bella pagina scritta in inchiostro azzurro.” “Il Mattino”

22 Arriva Corrado Ferlaino 18 gennaio 1969 – Presidente

Giovane ingegnere, aveva in mano un piccolo pacchetto azionario della società. Acquista con destrezza quello dell’appena defunto presidente Corcione e giostra nella rivalità tra Achille Lauro e Roberto Fiore per fare le scarpe all’uno e all’altro. Ferlaino aveva la maggioranza e, d’altronde, il vecchio Comandante Lauro l’aveva anche detto: “’O guaglione nun è fesso, e ci farà fessi”.

23 Parole, parole, parole 20 gennaio 2008 – De Laurentiis e Reja se le dicono

Aurelio De Laurentiis scende nello spogliatoio. È nero: la vittoria manca da settimane, con il Milan si è appena perso e oggi con la Lazio uno striminzito pareggio in extremis. A muso duro affronta Reja. Volano parole, parole, parole, neppure troppo tenere. Strappo in vista? Ricucito, per il bene del Napoli.

24 Veni, vidi, vici Walter Novellino

Stagione 1999-2000: il Napoli vegeta da un anno in serie B e la piazza scalpita. E scalpiterà ancora di più per il gioco voluto da Novellino non certo spumeggiante, eppure efficace se, con una giornata d’anticipo, a Pistoia si vince per risalire, finalmente, nella serie maggiore. Poi il duo Corbelli-Ferlaino tentenna e lui saluta tutti e se ne va.

25 Pareggio con tutti i Sentimenti 22 gennaio 1939 – Lazio-Napoli 0-0

La cura Lauro sta dando i suoi frutti. Il Napoli non veleggia più nella parti basse della serie A ma dice la sua, si toglie qualche sfizio e troneggia all’altezza d’una tranquilla mezza classifica. Il Comandante ha messo un quartetto di tecnici alla guida della squadra e a Roma si ottiene un prezioso pareggio grazie a Sentimenti II che para un rigore al campione del mondo Silvio Piola.

26 Il libero con il vizietto 26 gennaio 1997 – Napoli-Parma 2-1

Segnò l’ultima delle sue 13 reti contro il Parma, di testa. E fu decisiva per la vittoria. André Cruz aveva classe da vendere, libero con il vizietto del gol. Ma arrivò nel Napoli sul viale del tramonto. Giocò tre campionati per 83 partite e prima dell’oblio colorò le ultime stagioni decorose del Napoli post-Maradona e pre-fallimento.

27 Se ne cade lo stadio 27 gennaio 1946 – Napoli-Bari 2-1

La guerra è appena terminata e il campionato di serie A è diviso in due gironi. Il Napoli disputa quello Centro-Sud. Ha appena acquistato il centravanti albanese Riza Lushta ma non si segna granché. Si disse che al suo primo gol sarebbe venuto giù lo stadio. E così fu: alla sua rete contro il Bari la balaustra della Tribuna dello Stadio del Vomero cedette sotto l’esplosione di gioia dei tifosi.

28 L’ultima di Cané 27 gennaio 1974 – Napoli-Genoa 1-0

Il più napoletano dei brasiliani, uno dei beniamini del San Paolo, Jarbas Faustinho, in arte Cané, quel giorno siglò per i suoi colori l’ultima rete. Era il Napoli di Vinício e lui era uno dei pilastri dei punti fermi dell’attacco. In quella stagione siglò 7 delle 56 reti che costituiscono il suo bottino personale prima di andare al Bari. “Didi, Vava e Pelé siete la ‘uallera’ di Cané”, almeno per i partenopei.

29 Il motore di centrocampo 28 gennaio 1990 – Luca Fusi

Non rimase a lungo nel Napoli, Luca Fusi, mirabile motorino di un centrocampo da scudetto. Silenzioso e al servizio della squadra, arrivò al Napoli giusto per vincere Coppa Uefa e poi scudetto, con solo 2 gol all’attivo, ma uno molto importante: in Fiorentina-Napoli che terminò 0-1.

30 L’ebbrezza della vittoria fuori casa 29 gennaio 1928 – Lazio-Napoli 0-2

La prima vittoria in trasferta della storia azzurra si ottiene a Roma contro la Lazio, diretta concorrente per non retrocedere. Come al solito la squadra è seguita da un numeroso pubblico contento alla fine perché la partita, sempre vivace, se l’aggiudica il Napoli con un sicuro 2-0. Ernesto Ghisi e Mario Cota i goleador corsari.

31 Cuore tenero Eraldo Monzeglio

Poco appariscente, tutto casa e chiesa, Eraldo Monzeglio ha il pregio di essere l’allenatore più longevo al Napoli. Litigava con alcuni giocatori, ma poi li difendeva davanti al proprio presidente. Allenò dall’immediato Dopoguerra al 1956, con il pregio di aver riportato il Napoli in A. Amava così tanto il suo Napoli da non riuscire da ex a sedere in panchina della Sampdoria una volta che le due si scontrarono. Cuore tenero.

 

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