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Rinvio per il processo sulla morte di Maradona: l’ultimo schiaffo al Pibe de Oro

Il processo per la morte di Diego Armando Maradona, che coinvolge otto membri dello staff medico, è stato rinviato per la seconda volta.

Uno scandalo giudiziario scuote l’Argentina, e non solo. Il tanto atteso processo per la morte di Diego Armando Maradona, che avrebbe dovuto prendere il via il 4 giugno scorso, è stato nuovamente rinviato. Dopo un primo slittamento al 1° ottobre, il tribunale di San Isidro, località a nord di Buenos Aires, ha deciso di posticipare l’inizio del procedimento all’11 marzo. La causa? Le richieste di rinvio da parte di alcuni imputati e la decisione di sottoporre uno degli infermieri accusati a una giuria popolare.

I motivi del rinvio

Il rinvio è stato richiesto dal neurochirurgo Leopoldo Luque, dalla psichiatra Agustina Cosachov e dallo psicologo Carlos Angel Diaz. Inoltre, l’infermiera Gisela Madrid ha ottenuto di essere giudicata da una giuria popolare, una decisione presa dal tribunale, nonostante il voto contrario del giudice Julieta Makintach, che ha criticato duramente lo slittamento. “Non esiste alcuna ragione tecnica o giuridica per un rinvio di cinque mesi,” ha dichiarato Makintach, citando Seneca: “Niente è simile all’ingiustizia quanto il ritardo della giustizia.”

Le accuse e il processo

Gli otto imputati, tra cui medici e infermieri, sono accusati di omicidio con dolo eventuale per la gestione della salute di Maradona, morto il 25 novembre 2020 a seguito di complicazioni post-operatorie dopo un intervento al cervello. Secondo i periti del tribunale di San Isidro, l’équipe medica non solo ha curato male l’ex capitano del Napoli e della Nazionale argentina, ma ha anche contribuito ad accelerare la sua morte.