Oriali tra Mourinho, Conte e mezzo secolo di calcio: «Sono valori umani a fare la differenza»

Oriali tra Mourinho, Conte e mezzo secolo di calcio: «Sono valori umani a fare la differenza»

Come ricorda Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, nella vita lunga e intensa di Lele Oriali non c’è soltanto il calcio: c’è un percorso di oltre mezzo secolo, sentimentale e professionale, che si intreccia con Mourinho, Conte, le grandi vittorie e le svolte inattese. La sfida di Lisbona fra Benfica e Napoli diventa un detonatore di memorie, riportando alla luce l’epopea vissuta all’Inter con José Mourinho, un biennio che Oriali definisce «special» per sempre.

A raccontarlo è ancora Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, riportando le parole di Oriali sul rapporto con Mourinho: «Sorridere, abbracciarsi, ricordare. Sono partite che lasciano sempre qualcosa». Per il portoghese, Oriali non è “Lele”, ma “Gabriele”: «Così mi chiama solo mia madre e lui. Gli piace, e piace anche a me».

Poi la memoria corre a Madrid, 12 maggio 2010: la Champions, il Triplete, il punto più alto della carriera. Oriali spiega — come riportato da Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport — che avvertiva nell’aria il trionfo: «Sapevo che avremmo scritto la storia». Un’intuizione nata anche dalle voci dell’epoca sul possibile addio di Mourinho: «Gli dissi scherzando: se te ne vai, cacciano me. E lui mi rispose: non pensare al futuro, stiamo scrivendo la storia».

Lo sguardo si sposta alla sfida di Lisbona, che Oriali definisce «una trappola»: uno stadio fantastico per il Benfica, infernale per chiunque. Già immagina Mourinho all’opera: «Sa sempre dove mettere le mani». E inevitabile il paragone tra Mou e Conte, entrambi alla ricerca dei “rumori dei nemici”: due allenatori che, sottolinea Oriali, «sanno conquistare l’anima delle loro squadre: per loro i giocatori si butterebbero nel fuoco». Valori umani forti, profondi, che — come ricorda ancora Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport — distinguono i veri fuoriclasse della panchina.

Oriali parla poi del suo ruolo: psicologo, equilibratore, uomo di esperienza. «So quando parlare e quando tacere». Il destino ha voluto che lasciasse l’Inter sia con Mourinho che con Conte: «Sarei rimasto. L’Inter è la mia seconda pelle». Rievoca le sue gioie: il Mondiale ’82 e l’Europeo con Mancini fuori concorso; poi lo scudetto del ’71 da bambino, il Triplete e lo scudetto del Napoli: «Antonio ha reso possibile un sogno».

Il racconto — come conclude Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport — diventa intimo quando Oriali descrive la decisione di accettare Napoli dopo una riunione familiare: «Mia moglie e le mie figlie mi hanno preparato la valigia». Oggi Napoli è una scoperta meravigliosa. Madrid però resta nel cuore: il Bernabeu, Zico, i ricordi con Bearzot.

E stasera, con Mourinho? «Nessun messaggio. Ci incroceremo allo stadio. E basteranno gli sguardi. Da avversari sì, nemici mai».